Passano le settimane ma non le sterili polemiche sul Green Pass. Quasi quotidianamente spuntano nuovi fronti di scontro sul certificato verde, cavalcati dal centrodestra che sembra sempre a caccia di like e preferenze, sui quali c’è da chiedersi quale sia l’utilità visto che viviamo nel pieno di una pandemia e che contenerla significa proteggere la salute pubblica e l’economia.
Eppure ogni misura di buon senso, come il certificato verde, viene bollata a destra e manca come “illogica” attaccandosi a cavilli buoni solo per polemiche a dir poco strumentali. L’ultima surreale critica è quella che riguarda l’accesso alle mense che sarà possibile solo presentando il Green Pass. Nulla di strano perché si tratta di una richiesta perfettamente in linea con quanto fatto fino ad ora e, soprattutto, perché può essere il “cavallo di Troia” con cui spingere ulteriormente la campagna vaccinale che altrimenti viaggerebbe in modo assai meno spedito di quanto accade.
POLEMICHE STERILI. Cosa ci sia di strano in questa richiesta non è chiaro eppure tanto basta per tornare a tuonare tanti contro la “dittatura sanitaria” con l’ennesimo – e stucchevole – tam tam sui social a cui continua a strizzare l’occhio il centrodestra di Salvini e Meloni. A far detonare le polemiche è stato l’aggiornamento delle Faq, ossia una serie di domande e risposte, pubblicate sul sito del Governo in materia di Green Pass.
Nel nuovo testo viene chiarito che l’obbligo di presentazione del certificato è valido per accedere a tutte le mense, tanto quelle aziendali quanto quelle dei ministeri, degli enti pubblici e perfino delle forze dell’ordine. Insomma una misura che equipara, com’è logico che sia, tali servizi a quelli offerti da bar e ristoranti dove, è bene ricordarlo, tale obbligo è già in vigore dal 6 agosto. Eppure l’appiglio per le polemiche, con i sindacati che chiedono a Mario Draghi di convocare d’urgenza un tavolo, riguarda il fatto che i clienti delle mense sono i lavoratori e che a loro non è richiesto il Pass per entrare in ufficio o in azienda.
SLOGAN A RIPETIZIONE. Insomma pane per i denti del leader della Lega che da settimane ripete lo slogan che vorrebbe riaprire tutto mentre altri, quasi senza un perché, glielo impediscono. Un’ostilità al Green Pass che Salvini non ha mai nascosto tanto che in un’intervista al Corriere della Sera ha ribadito che “alla fine di agosto guarderemo i dati. Se saranno positivi, con ricoveri e terapie intensive sotto controllo, il decreto in settembre potrà essere modificato e potremo togliere delle restrizioni”.
Lo stesso Capitano, stavolta in merito all’obbligo di presentazione del certificato per gli insegnanti, ha fatto sapere che “all’inizio si parlava di obbligo vaccinale, ora basta il tampone”, sottolineando quella che vede come una vittoria personale. Contrarietà verso il provvedimento che ha manifestato anche Giorgia Meloni in un’intervista al Corriere della Sera in cui si è schierata al fianco delle proteste dei datori di lavoro e dei titolari degli esercizi commerciali a cui è preposto il controllo del Green Pass.
“Hanno perfettamente ragione, il governo sta scaricando le proprie responsabilità su chi non ha i mezzi o l’autorità per fare da controllore”, sostiene la leader di Fratelli d’Italia secondo cui “è una normativa senza senso che sta compromettendo la stagione turistica, che non aiuta a superare l’emergenza e che crea problemi di privacy”. Se non fosse già abbastanza chiaro, la Meloni ha poi precisato di essere “contraria all’utilizzo del Green Pass per accedere alla vita.