Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti affronterà domani, nel corso di un vertice, la questione del traforo del Gran Sasso. Alla riunione parteciperanno i rappresentanti degli enti locali e i vertici della concessionaria, Strada dei Parchi (gruppo Toto), che ha deciso la chiusura del tunnel dalla mezzanotte del 19 maggio.
L’obiettivo del vertice è evitare la chiusura del tunnel, una delle ipotesi potrebbe essere la nomina di un commissario ad hoc, con un emendamento nello Sblocca cantieri. La chiusura è legata al rischio di inquinamento delle falde acquifere del Gran Sasso, dopo lo sversamento, avvenuto nel 2002, di materiali tossici fuoriusciti dai dell’Istituto nazionale di fisica nucleare ospitati all’interno della montagna.
“Strada dei Parchi – spiega il vicepresidente della concessionaria di A24 e A25 Mauro Fabris – non ha competenza, il Governo ci ha detto di stare fermi nel senso di non prendere alcun intervento. Noi abbiamo scritto: ‘guardate che dobbiamo chiudere’, il Governo non ci ha detto nulla in contrario. Sarebbe singolare se ora ci revocasse la concessione. La concessionaria, ha aggiunto Fabris, “non può quindi proporre nessuna soluzione alternativa al traforo perché siamo stati interdetti a compiere qualsiasi azione e al tempo stesso, siamo stati rinviati a giudizio. Non si può chiedere ad una società di rischiare ulteriormente dal punto di vista penale laddove chi ne è titolare, cioè lo Stato, non interviene”.
“La Procura di Teramo – ricorda poi Fabris – ha rinviato a giudizio i vertici di Strada dei Parchi, dei Laboratori del Gran Sasso e dell’acquedotto Ruzzo Reti. Questo per un incidente avvenuto nel 2017. Strada dei Parchi non ha il potere di intervenire nella situazione che c’è e che richiederebbe l’ impermeabilizzazione della galleria con una spesa che si aggira intorno ai 170 milioni di euro. Il ministero delle Infrastrutture ci ha risposto che noi non dobbiamo intervenire quindi il Governo ha detto che Strada dei Parchi non ha la competenza”. E l’unico provvedimento possibile, ha concluso il vicepresidente di Strada dei Parchi, “è chiudere la galleria per evitare nuove accuse”.