“Con le regioni c’è sempre stata la massima collaborazione e condivisione. Dobbiamo monitorare con attenzione i dati, settimana per settimana. A oggi i dati sono ancora buoni (qui il monitoraggio settimanale, ndr). Il Friuli Venezia Giulia ha dati da attenzionare. Il passaggio in zona arancione è quella che richiede restrizioni severe. Questa è una riflessione che va fatta ma credo che oggi sia prematura”. È quanto ha detto a RadioRai il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa (nella foto).
“Obbiettivo del governo è limitare il più possibile la Dad – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo -, detto questo abbiamo rivisto le regole favorendo la scuola in presenza. I dati per ora ci permettono di andare avanti per questa strada. Il tema dell’obbligatorietà vaccinale non l’abbiamo scelto perché abbiamo scelto un rapporto di fiducia con i cittadini”.
“Noi siamo stati i primi a introdurre l’obbligo vaccinale per i sanitari. Bisogna riflettere – ha detto ancora Costa – se farlo con altre categorie, quella che sono a contatto con il pubblico, tipo le forze dell’ordine o chi lavora nella grande distribuzione. Saranno valutazione che dovremmo fare attenzionando i dati, ma dobbiamo guardare al futuro con fiducia e dobbiamo continuare a rispettare le regole”.
“Il vaccino è l’unica cosa che ci permette di vivere – ha detto, invece, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti -, lavorare e portare i figli a scuola. Bisogna avere le fette di prosciutto davanti agli occhi per non vedere che il vaccino fa la differenza. L’anno scorso avevo un migliaio di contagi e un centinaio di persone in terapia intensiva, quest’anno, a parità di circolazione del virus, dieci in terapia intensiva di cui nove persone non vaccinate. E’ una sostanziale differenza. I no vax sono una quota tutto sommato fisiologica, una nicchia antisistema che scalfiremo poco”.
“Il presidente Fedriga ha chiesto un incontro al governo – ha ricordato ancora Toti – per chiedere chiarezza su cosa farà per il Paese se le cose dovessero peggiorare e se dovessimo tornare a restrizioni di colore. Sappiamo che la zona gialla non porta particolari problemi alle attività. Al momento non è probabile, ma è possibile che qualcuno possa andare in zona arancione”.
“Bisogna vedere se è possibile acuire il Green Pass. Non possiamo chiudere il Paese – ha ribadito, come aveva già fatto ieri (leggi l’articolo), il governatore ligure – quando il 90% delle persone corre meno rischi di un anno fa. Per colpa di un 10% di irriducibili dovremmo chiudere in casa il 90% di persone diligenti? Questo è il vero tema. Oggi noi dobbiamo dire a persone e imprese se possono andare dai parenti o assumere personale”.
E mentre in Italia si dibatte su come fronteggiare la nuova ondati di contagi la vicina Austri tornerà in lockdown generale da lunedì. Durerà 20 giorni e poi proseguirà per i non vaccinati. Ma non è finita: dal 1° febbraio sarà imposto l’obbligo vaccinale alle persone che a quel giorno non avranno ricevuto alcuna dose del vaccino anti-Covid-19. L’Austria diventa, dunque, il primo Paese dell’Unione Europea ad imporre il vaccino. “Nonostante mesi di impegno non siamo riusciti a convincere abbastanza gente a farsi vaccinare” ha detto il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg parlando all’intera Nazione.