Nell’ultima settimana le divisioni e le incertezze nella maggioranza sono emerse con evidenza. Leonardo Donno, deputato del Movimento 5 Stelle, il governo è davvero allo sbando?
“Le difficoltà e le divisioni interne al governo sono sotto gli occhi di tutti. Stiamo assistendo da mesi a innumerevoli retromarce come sul Superbonus, le trivelle, il blocco navale e tante altre ancora. In campagna elettorale hanno promesso mari e monti e ora stanno tradendo anche il loro stesso elettorato. Il problema è che questo clima di incertezza si sta riflettendo sul Paese, sulla vita dei cittadini e delle imprese che attendono risposte”.
Tra decreto Lavoro e Mes, in poche ore la maggioranza è entrata due volte in crisi: ci sono davvero divisioni causate anche da Forza Italia dopo la scomparsa di Berlusconi?
“Oltre alle palesi divisioni interne c’è l’aggravante dell’incapacità. Dicevano di essere pronti e invece scappano di fronte a ogni emergenza. Pochi giorni fa diversi esponenti della maggioranza si sono ritrovati per un cocktail al bar invece di essere presenti nella Commissione su cui tra l’altro erano in votazione i loro stessi provvedimenti. Sono degli irresponsabili. Il carovita ha polverizzato 61 miliardi di euro dai conti correnti degli italiani. Ricordo che la Meloni durante la pandemia prometteva 1000 euro con un click mentre ora si volta dall’altra parte. Questo è il vero volto del governo”.
I contrasti sembrano confermati dalla richiesta del capogruppo leghista Molinari alla ministra Santanchè di riferire in Aula dopo l’inchiesta di Report…
“È l’ennesimo segnale di un esecutivo che va in ordine sparso. Da tutta la maggioranza, escluso Fratelli d’Italia, sono arrivate richieste di chiarimento mentre dalla premier Meloni e dal suo partito solo un vergognoso silenzio. Del resto fanno così su tutto, quando qualcosa non funziona danno la colpa agli altri o cambiano argomento. Sul caso Santanchè però sarà molto difficile spostare l’attenzione”.
Santanchè dovrebbe dimettersi?
“O viene a chiarire in Parlamento o si deve dimettere. È chiaro che di fronte a così tante ombre non si può ricoprire ancora una carica istituzionale come se niente fosse”.
Sul Mes i tecnici del ministero guidato da Giorgetti dicono che non comporta rischi, mentre la Lega lo definisce “strozzinaggio”: un altro segno della confusione del governo? La tenuta della maggioranza è davvero a rischio?
“Altro che tecnici, il capo di Gabinetto del ministro è una nomina politica. Le pare che un ministro faccia inviare alle Camere un documento senza prima averlo approvato? È a tutti gli effetti una posizione di Giorgetti che ha inviato un segnale a una maggioranza in tilt. Le tensioni sono alla luce del sole ed è imbarazzante vedere i “patrioti” della Meloni disertare il voto del Mes e scappare. Meloni diceva che la pacchia era finita per l’Europa, in realtà è finita solo per lei”.
Le tensioni sembrano essere confermate dal Cdm slittato giovedì, con Salvini che aspettava di annunciare il nuovo Codice della strada: pensa che ci sia stato anche una sorta di dispetto nei suoi confronti e che sul Cdm si sia giocata una partita tutta interna alla maggioranza?
“Siamo talmente abituati ai teatrini della maggioranza che non mi stupirebbe se si facessero i dispetti tra di loro. Il problema però è che litigano invece di mettersi al lavoro su provvedimenti urgenti. Uno spettacolo indecoroso, a pagarne le conseguenze sono i cittadini e le imprese in difficoltà”.
Poi c’è l’emergenza alluvione, con il commissario ancora non nominato: a pagare le beghe interne del governo saranno i cittadini?
“A più di un mese dall’alluvione in Emilia-Romagna siamo ancora nel limbo. Il governo sta dimostrando di non essere capace di dare risposte. Anche di fronte alle tragedie non riescono a prendere una decisione, ci sono imprese e cittadini in ginocchio che stanno attendendo da troppo tempo. Alle passerelle e alla propaganda non sono seguiti i fatti, ma i ritardi“.
Secondo lei come finiranno questi scontri interni al governo, c’è davvero aria di crisi?
“Quest’aria di crisi la sta respirando tutto il Paese, gli unici a non sentirla sono gli esponenti della maggioranza rintanati nei loro palazzi. Ma la situazione è preoccupante. Noi stiamo continuando ad ascoltare i cittadini e a portare avanti le loro battaglie come la richiesta di un salario minimo, un lavoro stabile, il sostegno delle fasce più deboli, la lotta contro i tagli alla sanità e tanti altri punti ancora di cui ha bisogno il Paese reale. Ecco perché alla nostra recente richiesta di scendere in piazza contro le politiche scellerate di questo governo, le persone hanno risposto in massa, con oltre 20 mila presenze. Sono stanchi di un governo che non li ascolta”.