“Appena due giorni fa il Consiglio dei Ministri ha approvato il più grande piano d’investimenti della storia. È un risultato frutto dei sacrifici degli italiani, un ammontare di risorse che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Governo hanno saputo ottenere con una lunga opera di mediazione politica a Bruxelles e con una credibilità internazionale ritagliata sul campo. Oggi dovremmo parlare di questo, invece siamo avvitati attorno a una crisi politica che per assurdità, negligenza e irresponsabilità, supera persino quella del Papeete”. Così, in un post su Facebook, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. “In questi giorni abbiamo davvero sentito di tutto, e penso che la sensazione sia comune: sconcerto. Verso parte di una classe dirigente che non riesce a liberarsi dalla retorica per guardare in faccia la realtà”, aggiunge.
“Persiste la cronica tradizione di proiettare sui leader le contraddizioni, i successi o gli insuccessi quotidiani della politica, sacrificando il senso di comunità e di responsabilità che dovrebbe animare ogni nostra azione. Attaccare il leader è l’alibi perfetto per giustificare i limiti e l’ego, talvolta smisurato, degli individui. Ne sono una dimostrazione i continui, reiterati e strumentali attacchi subiti da Giuseppe Conte da una parte della sua stessa maggioranza. Ma per quanto la retorica tenti di distruggere il senso di comunità faticosamente costruito in un anno devastante come il 2020 – sottolinea Patuanelli -, quest’ultima non potrà mai sostituirsi alla realtà, tanto cruda quanto semplice: quello che ci aspetta è un periodo altrettanto complicato, un’epoca di ricostruzione che necessita di costruttori, come ha ben sintetizzato il presidente della Repubblica”.
“Imprenditori, cittadini, giovani: un fronte innovatore che crede nel progresso si sta formando giorno dopo giorno, contrapposto a un fronte conservatore che non crede al cambiamento. Sta accadendo nel mondo, in Europa e ovviamente anche in Italia. Innovazione contro status quo, ad alcuni piace declinare più poeticamente ‘altruismo contro narcisismo ed egocentrismo’. È questa l’eredità della scelta che dovremo lasciare ai nostri figli, i mattoni sui quali ricostruire il nostro Paese. E’ il momento delle decisioni politiche, che ognuno di noi compie ogni giorno, per stabilire da che lato della storia vuole stare: con l’ego, la conservazione e l’esaltazione della retorica; o viceversa con l’innovazione, il progresso e la complessità del ragionamento. Scegliamo bene, scegliamo tutti, perché da questo dipenderà il futuro dei nostri figli”, conclude il ministro.