Neanche il tempo di archiviare i risultati da record del 2022, con 16,8 miliardi di utile, 4,2 miliardi di dividendo destinato agli azionisti e le novità sugli stipendi del top management, con l’Ad Carlos Tavares (nella foto) che teoricamente potrebbe veder lievitare lo stipendio a 23,4 milioni, ed ecco arrivare subito la doccia fredda per i lavoratori, con l’accordo quadro firmato ieri tra Stellantis e i sindacati per le uscite incentivate entro il 31 dicembre 2023.
Firmato l’accordo quadra tra Stellantis e i sindacati. Fino a 85mila euro a chi lascia volontariamente entro fine anno
L’intesa riguarda gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Pratola Serra (Avellino), Termoli (Campobasso) e Cento (Ferrara). Non ha firmato l’intesa la Fiom Cgil, che ha parlato di quasi settemila posti di lavoro persi dal 2021 e chiesto per questo un piano che preveda la “rigenerazione dell’occupazione”.
L’accordo, che per divenire operativo richiederà specifiche procedure nelle singole realtà produttive, interesserà al massimo duemila lavoratori, cioè il 4,4% dell’occupazione totale in Italia, pari a circa 47mila dipendenti. Le uscite saranno su base volontaria, con incentivi maggiori per le fasce d’età più alte.
Circa la metà riguarderà prevedibilmente gli impiegati, di cui 800 degli Enti Centrali di Mirafiori. Alla ex Sevel di Atessa è prevista l’apertura di un contratto di espansione con la stabilizzazione di alcuni lavoratori in somministrazione. Più nel dettaglio, i dipendenti che lasceranno volontariamente l’azienda (ma questo vale solo per quelli con le fasce di reddito più alte) potranno intascare una buona uscita di poco più di 85mila euro.
Più complicato il calcolo per chi è vicino alla pensione. A chi mancano infatti 4 anni al collocamento a riposo saranno garantite quote considerevoli dello stipendio perso secondo percentuali variabili.