Dopo l’attentato in cui ha perso la vita la figlia di Dugin, l’ideologo di Putin, e quello al ponte in Crimea, è arrivata la dura risposta dello zar che ha bombardato l’intera Ucraina. Eppure molti opinionisti occidentali e ucraini, forse convinti di aver già vinto la guerra, sembrano stupiti.
Professore Marco De Angelis, ci può spiegare cosa sta succedendo?
“Sta succedendo quel che il collega Orsini va dicendo dal primo momento, ossia che la Russia, se vuole, può sventrare l’Ucraina. Purtroppo gli ultimi attentati terroristici, che gli Usa stessi hanno attribuito all’Ucraina, con una chiara presa di distanza da Zelensky, non hanno fatto altro che provocare ulteriormente la Federazione Russa che è una superpotenza e quindi può rispondere come e quando vuole in tutti i possibili modi. Gli opinionisti occidentali non contano, conta solo il parere di chi ha dedicato la propria vita a tali studi, quindi di Orsini e di altri studiosi come lui. Questi non sono argomenti su cui si possa opinare, sono argomenti da trattare in modo scientifico, dunque su cui soltanto gli studiosi possono esprimersi con cognizione di causa. Il fatto che gli opinionisti vadano in televisione è precisamente la causa fondamentale del disorientamento dell’opinione pubblica, la quale è bombardata da prese di posizione che sembrano convincenti, ma non sono ben argomentate. È la famosa retorica, con cui gli insipienti riescono a convincere il popolo. Bisogna dare la parola solo ai sapienti, ossia a coloro che studiano questi argomenti, perché sono gli unici che non opinano, ma sanno. La differenza tra opinione e sapere è il fondamento della scienza e della filosofia occidentali e risale addirittura a Parmenide, un filosofo del VI secolo a.C. Se non ci atteniamo a tale distinzione, provochiamo solo disorientamento e caos sociale, il che poi può anche portare, come in questo caso, a sbagliatissime e pericolosissime decisioni sulla guerra”.
Il presidente della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, ha annunciato lo schieramento del proprio esercito, congiuntamente a quello russo, al confine con l’Ucraina. Una mossa che si sarebbe resa necessaria perché, a suo dire, Nato e Ue stanno preparando un attacco contro Minsk. Vede il rischio di un allargamento del conflitto?
“Probabilmente è una mossa strategica per stringere l’Ucraina in una morsa da sud e ora anche da nord. Non dovrebbe essere causa di un allargamento ulteriore del conflitto, poiché la Bielorussia già all’inizio aveva affiancato la Russia. Del resto se l’Ucraina è supportata da tutto l’Occidente, è ovvio che anche la Russia si avvalga di qualche aiuto, che però, ripeto, credo sia più strategico che altro. Almeno così sembra, ovviamente non possiamo dirlo con certezza, questa è opinione, non scienza”.
Davanti a una simile escalation, per giunta con lo spettro del ricorso alle armi nucleari, gli Usa e l’Ue tirano dritto e continuano nel fornire armi a Kiev e infliggere sanzioni a Mosca. Il tutto mentre Zelensky chiede sempre più armamenti a lunga gittata. Secondo lei questa strategia sta pagando oppure andrebbe rivista?
“Gli Usa stanno già rivedendo la strategia. Negli ultimi giorni hanno chiaramente preso le distanze da Zelensky a causa degli attentati terroristici non discussi con loro. Mi sembra chiaro che si stia arrivando a un punto nodale del conflitto. La Russia sta facendo capire all’Ucraina che se non si arrende, la rade al suolo. L’Ucraina non appartiene alla Nato, per cui non vedo per quale motivo il Patto Atlantico dovrebbe intervenire, né lo ha mai promesso. Al contrario, ha sempre detto che i vari Stati suoi membri si limiteranno a inviare armi e finanziamenti. C’è il pericolo che qualche singolo Stato possa solidarizzare con l’Ucraina e intervenire, per esempio la Polonia, nel qual caso la situazione diventerebbe molto grave. La strategia dell’invio ad infinitum delle armi era ovviamente sbagliata dal punto di vista di una prospettiva di pace, indovinata invece se la prospettiva era, come mi sembra, quella statunitense d’indebolire con una lunga guerra sia la Russia sia le Germania e con quest’ultima l’Europa. Gli Usa alla fine hanno raggiunto quel che inizialmente volevano e sono al momento gli unici vincitori, giacché l’Europa sarà costretta ad acquistare il loro gas a un prezzo tre volte superiore rispetto a quello del gas russo. Non si può dire che gli Usa non abbiano fatto un buon affare con questa guerra. A mio avviso, loro hanno raggiunto già il proprio obiettivo e quindi non hanno alcun interesse a essere ulteriormente coinvolti. L’attentato al Nord Stream segna il raggiungimento del loro vero obiettivo, troncare il rapporto strettissimo tra economia russa e tedesco-europea. Noi europei ci siamo caduti come dei polli e abbiamo veramente pensato che in gioco fosse la libertà di quel povero popolo, che Putin non aveva inizialmente nemmeno minimamente idea di mettere in questione. Putin voleva solo difendere i diritti della popolazione russa del Donbass, non certo sventrare l’Ucraina. Gli Usa sono stati, come sempre nella loro storia, furbissimi, noi stupidissimi”.
Intanto il prossimo Governo del premier in pectore Meloni sembra destinato a proseguire sulla linea di Mario Draghi. Anzi le posizioni della leader, in linea con quelle di Washington, sembrano presagire una posizione ancor più dura nei confronti del Cremlino. Lei cosa si aspetta dal prossimo governo del Centrodestra?
“Direi che è del tutto insignificante e ininfluente rispetto a quel che sta accadendo in modo diretto sul suolo ucraino e indiretto a livello di fonti energetiche. Personalmente mi aspetto solo nuove elezioni e che siano elette prima o poi persone serie e competenti. In particolare c’è bisogno di Conte, uno studioso e un docente, uno che appunto sa e non opina soltanto”.
Tra i grandi partiti, soltanto il Movimento 5 Stelle si è fatto promotore di una ‘marcia per la pace’ con cui chiedere all’Ue sia di sganciarsi da Joe Biden che di ergersi a mediatore per far sedere al tavolo delle trattative Zelensky e Putin. Come giudica questa iniziativa di Giuseppe Conte e perché, secondo lei, gli altri partiti – tra cui il Pd – l’hanno bellamente ignorata?
“Non l’hanno ignorata alcuni piccoli partiti di sinistra, come per esempio Unione Popolare. Gli altri partiti l’hanno ovviamente ignorata perché inspiegabilmente in questa follia collettiva sostengono la guerra. Siamo tutti nelle mani di Conte, speriamo che lo lascino lavorare in pace per il paese”.
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