Non si potrebbe, almeno per un giorno, azzittire i motori delle auto, degli aerei e tutto il resto per poter ascoltare il silenzio che è la voce della natura?
Dante Rossini
via email
Gentile lettore, il suo sogno purtroppo è irrealizzabile e potrebbe perfino dimostrarsi meno idilliaco di quanto immagina, se solo ci imbattessimo in uno di quei momenti in cui la natura si imbizzarrisce: uragani, eruzioni vulcaniche, tsunami, ma anche eventi più rari e addirittura misteriosi. Rileggevo, nei giorni scorsi, di un caso misterioso che ebbe luogo a Tunguska, località sperduta della Siberia, dove nel 1908 avvenne un’esplosione 200 volte più potente della bomba di Hiroshima. Dopo oltre un secolo ancora non sappiamo cosa la provocò. Si è fatta l’ipotesi della caduta di un grande meteorite, sennonché non si è mai trovato alcun cratere. Fatto sta che poco dopo le 7 di mattina del 30 giugno 1908, stando a testimonianze raccolte anni più tardi da una spedizione di geologi russi, la gente del luogo vide una parte del cielo divenire luminosissima. In pochi istanti l’aria si fece calda, bruciante, e poi si udì un boato. La gente fu sbalzata di alcuni metri da una potente ondata d’aria. Poco dopo una nuova esplosione e nuova ondata che sfondò porte e finestre. I geologi trovarono nel raggio di 70 km intere foreste con milioni di alberi abbattuti, tutti inclinati, quasi “pettinati”, in una medesima direzione. Quella sera in Inghilterra, a 5.500 km di distanza, il cielo divenne luminoso come fosse giorno e per alcune ore si poté giocare a cricket e leggere il giornale all’aperto. Tunguska è un mistero che affascina e atterrisce.
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