A leggere A spasso per Montecitorio (Mursia, pp. 160) salta immediata alla mente una parola: viaggio. Perché è col viaggio che si scoprono mondi nuovi, che si prende contatto con una realtà casomai illustre ma non per questo conosciuta. Ecco, il giornalista Alberto Ciapparoni, storico cronista parlamentare, sfrutta l’esperienza maturata in 15 anni, per raccontare segreti e curiosità del Palazzo più chiacchierato d’Italia. In una parola: porta il lettore in viaggio.
E non è un viaggio scontato: pagina dopo pagina si prende visione di un quadro che è umano, molto più umano di quello che invece si crede. Si viene a conoscenza di gaffes ed errori, di passioni insospettabili dei nostri onorevoli o ex onorevoli. Ora per la musica, ora per il sigaro. O, ancora, la corsa, il calcio, il buon vino. Si viene a conoscenza del passato di alcuni di loro: chi nel cinema, chi in televisione, chi invece non ha mai fatto altro che la politica. E non sono particolari da poco: l’errore che spesso si fa quando ci si confronta con la realtà politica è pensare, nel bene o nel male, che si ha a che fare con un mondo che nulla c’entra con quello reale. Ecco: non è così.
I nostri politici – odiati, amati, osannati, sbeffeggiati – sono donne e uomini con tutto ciò che questo comporta. Un esempio su tutti: così come si ruba al di fuori delle stanze dorate di Montecitorio, altrettanto accade all’interno, con telefoni e iPad che scompaiono e con le tovagliette da bagno sostituite da una più modesta carta per evitare altri inconsulti furti. Ma Ciapparoni rivela, nel suo viaggio, anche palazzi meno conosciuti che vivono e vegetano sotto l’ala protrettrice di Montecitorio. E poi statue, quadri, fontane, stanze, corridoi. Particolari che hanno fatto la storia d’Italia. A tratti tragicomica. Ma proprio per questo umana.