Bloccare Roma. L’intento degli autisti dei servizi di Noleggio con conducente (Ncc) è uno solo, in vista della protesta del 25 marzo. Una manifestazione nazionale, che vedrà insieme gli autisti provenienti da tutta Italia, per chiedere al ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, di fermare i decreti attuativi che cambierebbero le regole per il settore.
La data scelta non è casuale: il 25 aprile ci sarà uno sciopero dei taxi a Roma e, inoltre, è la data in cui si dovrebbe votare alla Camera la mozione di sfiducia proprio nei confronti di Salvini. Mira delle proteste degli autisti che accusano il governo di essere dalla parte dei tassisti.
La manifestazione degli Ncc del 25 marzo
La categoria lamenta che queste nuove regole metterebbero in ginocchio l’intero settore. E per questo chiedono a Salvini un passo indietro, non risparmiandogli l’accusa di essere dalla parte dei tassisti. D’altronde, come afferma il presidente di Anitrav, Mauro Ferri, a finire nel mirino è proprio l’esecutivo, considerato alleato delle auto bianche: “I cittadini italiani devono sapere che il governo italiano è sotto ricatto dei tassisti, la lobby più potente mai conosciuta”.
Taxi che, il 25 marzo, saranno in sciopero per 14 ore nella Capitale, a partire dalle 8 di mattina. Nel loro caso la protesta è contro la richiesta dell’Autorità garante per la concorrenza di aumentare il numero di licenze disponibili a Roma. Città in cui ci sono 8mila tassisti e 900 Ncc. E se non vengono rilasciate nuove licenze, secondo i noleggiatori, la colpa è della pressione dei tassisti.
La protesta degli Ncc è organizzata da Anitrav, Sistema Trasporti, Associazione Ncc Italia, Comitato Air e Asincc: sono attese più di mille persone. Alle 12 si partirà dal PalaLottomatica, ma per evitare disagi eccessivi si è concordato che il corteo sarà composto solamente da 20 automobili, che andranno verso piazza della Repubblica. Poi qui ci sarà il presidio fisso degli Ncc. Che, minacciano, durerà finché il governo e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non accetterà di incontrarli.
Le motivazioni della protesta
La protesta nasce dai decreti ministeriali che seguono le decisioni prese nel 2019 dall’allora ministro Toninelli: si tratta di una revisione delle regole del settore del noleggio con conducente. Norme che, a giudizio di chi protesta, favorirebbero i tassisti. In particolare viene contestata l’introduzione del Ren, il Registro elettronico nazionale: secondo gli autisti è legata al foglio elettronico che prevede di specificare il tragitto da compiere richiesto dal cliente, con orari precisi.
Un’altra novità è l’obbligo di aspettare un’ora tra una corsa e l’altra per gli Ncc. Oltre alla necessità di rientrare in rimessa una volta che si completa il servizio. Una proposta ritenuta anche anti-ecologica, che non permetterebbe inoltre di svolgere l’attività su tutto il territorio, come attualmente previsto.
Inoltre, considerando che durante l’ora di attesa tra i servizi l’autista non può stare su strada, allora dovrà rientrare in rimessa ogni volta. I tassisti vogliono anche che gli Ncc operino solo nel territorio in cui viene rilasciata la licenza, mentre oggi possono farlo su tutto il territorio nazionale. Ancora, il ministero vorrebbe introdurre un divieto di intermediazione, escludendo agenzie di viaggio, hotel e anche Uber.
Tutto ciò aggravato dal fatto che una semplice infrazione può portare a una sospensione dell’attività dell’autista per due mesi. Il che potrebbe succedere anche semplicemente non rispettando di pochi minuti l’orario imposto nel foglio elettronico, secondo quanto denunciano gli autisti. Una misura, in questo caso, che non è prevista dai decreti del Mit ma dalla riforma del Codice della strada.