di Stefano Sansonetti
Un intreccio incredibile che lo ha portato nel tempo a fagocitare poltrone in ogni dove. E lo ha reso protagonista, proprio in questi giorni, di un’abbuffata dagli esiti a dir poco imbarazzanti. Al centro della scena ci sono Fabrizio Palenzona e le opposte parti in causa che è riuscito a giocare nella partita Gemina-Atlantia. La fusione delle due holding che fanno capo alla famiglia Benetton, e che gestiscono i principali asset autostradali e aeroportuali del Paese, ieri è stata approvata dai due consigli di amministrazione. Ora, non solo Palenzona è legato a entrambe le società che hanno affrontato l’operazione spingendo interessi in qualche modo confliggenti, se solo si considera la questione dei concambi a tutela dei piccoli azionisti. Ma è anche legato a doppio filo agli advisor che hanno seguito le parti in causa. Tanto per cominciare ricopre la carica di presidente di Gemina, la cui partecipazione principale è Adr-Aeroporti di Roma, la società che gestisce gli scali romani di Fiumicino e Ciampino. Presidente di Adr, naturalmente, è sempre Palenzona. E’ appena il caso di ricordare che tra gli ultimi lasciti del governo Monti c’è proprio la revisione delle tariffe aeroportuali chiesta a gran voce da Adr, che aveva minacciato di sospendere gli investimenti per Fiumicino. Una decisione che si è tradotta in una mazzata per i viaggiatori, costretti a subire rincari a non finire. Tornando a Palenzona, eccolo rispuntare anche all’interno degli advisor scelti da Gemina, ovvero Barclays e Unicredit. Istituto, quest’ultimo, di cui è vicepresidente.
Se ci si sposta sul lato di Atlantia la musica non cambia. In questo caso, infatti, va segnalato come Palenzona sia presidente di Aiscat, ovvero l’associazione che riunisce i concessionari autostradali. Tra i quali spicca Autostrade per l’Italia, che è controllata proprio da Atlantia. E chi c’è tra gli advisor di quest’ultima? Un pool di banche formato da Goldman Sachs, Banca Imi, Royal Bank of Scotland e Mediobanca. “Caso” vuole che a piazzetta Cuccia Palenzona sia stato consigliere di amministrazione fino a qualche mese fa. Senza contare che in questo incredibile ginepraio Unicredit e Mediobanca sono azioniste di Gemina rispettivamente con il 3,4 e il 12,5%. Da segnalare che Palenzona è stato costretto a lasciare il cda di Mediobanca a seguito del recente decreto del governo Monti sui doppi incarichi. Col senno di poi, e alla luce dell’operazione Gemina-Atlantia, non certo una norma efficacissima, visto l’intreccio di cui stiamo parlando.
Ma il reticolo non si esaurisce qui. Palenzona, infatti, viene tutt’ora considerato come il dominus della fondazione Crt, che non soltanto è azionista di rilievo in Unicredit, ma detiene anche il 6% in Atlantia. Nella fondazione torinese, tra l’altro, siede un suo uomo di fiducia, Fabio Corsico (vicinissimo anche Francesco Gaetano Caltagirone), che secondo alcune voci Palenzona vorrebbe portare alla vicepresidenza dell’ente. Insomma, come si vede qui ci sono almeno 5 o 6 ruoli giocati su più fronti. Ieri l’operazione Gemina-Atlantia ha avuto il via libera dei cda. Tecnicamente si tratta di un’incorporazione della prima nella seconda, con un concambio che prevede un’azione Atlantia ogni 9 di Gemina. C’è che dice che dopo la fusione Palenzona sarà costretto a lasciare qualche scranno, per esempio in Gemina. Per il momento, però, continua a recitare tutte le parti possibili e immaginabili.