A fischiare il fuorigioco è il premier Giuseppe Conte in persona. C’è la sua firma, nero su bianco, in calce al disegno di legge (ddl) presentato a Palazzo Madama per la conversione del decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 5 ottobre scorso. Due articoli in tutto che riscrivono la disciplina delle controversie relative ai provvedimenti di ammissione ed esclusione dai campionati delle società sportive professionistiche.
Un provvedimento arrivato dopo il caos, a colpi di ricorsi e controricorsi tra gli organi della giustizia sportiva e quella amministrativa, abbattutosi quest’estate sul campionato di calcio di Serie B azzoppato, con 19 squadre (anziché 22) ai blocchi di partenza. Non a caso, si legge nella relazione introduttiva, l’obiettivo del ddl Conte è quello di introdurre “un rito accelerato”, nell’ambito della giurisdizione amministrativa, per “consentire la celere definizione delle controversie e l’avvio dei campionati professionistici. In pratica, il provvedimento prevede un particolare regime processuale per “i decreti cautelari eventualmente adottati in corso di causa”. Dal momento che la disciplina vigente “non ne consente l’immediata impugnazione”, infatti, il rischio è che si possano “realizzare pregiudizi irreversibili in vista dell’avvio delle stagioni agonistiche”. Insomma, per evitare il ripetersi in futuro di situazioni come quella che hanno compromesso la regolare partenza quest’anno del campionato di Serie B, la parola d’ordine è decidere. E, soprattutto, decidere in fretta.
Ma come? Il decreto in conversione al Senato prevede, innanzitutto, l’attribuzione “alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo”, inderogabilmente individuato nel Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sede di Roma, delle controversie aventi ad oggetto i provvedimenti di ammissione ed esclusione delle società sportive dalle competizioni professionistiche. Ma, come sintetizza un dossier del Servizio Studi di Camera e Senato redatto sul testo, la riforma lascia in vita “un previo giudizio sportivo, a tassativa condizione che la sua disciplina (da parte di statuto e regolamenti del Coni e delle Federazioni) risponda ad alcune stringenti condizioni: unicità di grado; decisione anche nel merito; definitività entro 30 giorni (dalla pubblicazione dell’atto impugnato)”. Entro i successivi 30 giorni, gli interessati potranno proporre ricorso al Tar del Lazio. Di certo l’intenzione del Governo di mettere mano agli assetti di una giustizia sportiva che, proprio sulla vicenda della Serie B ha dimostrato più di qualche limite, ha fatto scattare l’allarme ai vertici delle istituzioni sportive. Così, mentre l’iter di conversione del decreto fa il suo corso in Parlamento, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ieri ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, prova a correre ai ripari.
“Il Governo auspica una rapida autoriforma della giustizia sportiva, come prevista dal decreto già in vigore della giustizia amministrativa e sportiva così da superare e rendere superflua la conversione del decreto stesso”, ha fatto sapere il sottosegretario. Insomma, se lo sport si autoriforma, il decreto del Governo potrebbe essere lasciato decadere. Una porta aperta che Malagò sembra intenzionato a varcare. “Giorgetti ha chiesto al mondo dello sport un’autoriforma della giustizia sportiva – ha assicurato il numero uno del Foro Italico -. è un segnale molto buono, noi siamo già pronti”. Dove il “noi” sta pure per il neo presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. Il tempo stringe, si vedrà.
Di seguito il riepilogo del contenzioso, riassunto da un dossier del Servizio Studi di Camera e Senato, che ha determinato la partenza del Campionato di Serie B a 19 squadre e che costituisce l’antefatto del decreto del Governo.
Con delibera del 30 maggio 2018 il Commissario straordinario della Figc stabiliva di fissare i criteri e le procedure per l’integrazione degli organici dei Campionati Professionistici di Serie A e Serie B 2018/2019. La delibera, impugnata davanti agli organi di giustizia sportiva, veniva annullata nella parte in cui aveva disposto che dovessero essere escluse dalle procedure di ‘ripescaggio’ le Società sanzionate in via disciplinare per inadempienze nei confronti dei propri tesserati, dipendenti e collaboratori in riferimento alle precedenti tre stagioni sportive (2015/2016, 2016/2017, 2017/2018). Tale decisione veniva quindi impugnata davanti al Collegio di Garanzia del Coni per ottenerne l’annullamento e dunque la conferma della delibera commissariale del 30 maggio. Il Presidente del Collegio di Garanzia (con decreto presidenziale prot. n. 544 del 10 agosto 2018) concedeva la misura cautelare, sospendendo gli effetti della decisione impugnata e disponeva la trattazione del merito al 7 settembre 2018.
Nel frattempo, a seguito dell’esclusione dal campionato di serie B per la stagione 2018/2019 di tre società – (FC Bari 1908, US Avellino 1912 ed AC Cesena), ritenute non in regola con i criteri legali ed economico-finanziari per la concessione della licenza – sei società ammesse a partecipare al campionato di serie C (Virtus Entella, Ternana Calcio, Pro Vercelli 1892, Robur Siena, Società Calcio Catania e Società Novara Calcio) presentavano domanda per accedere alla procedura di ripescaggio al campionato cadetto. La Lega Nazionale Professionisti di Serie B, competente ad emettere le certificazioni sul possesso dei titoli idonei a concorrere al ripescaggio ed a comunicare alla FIGC le squadre che avevano superato il vaglio dei titoli, il 31 luglio 2018 comunicava di non aver completato la procedura in quanto, sulla base di quanto approvato con delibere assembleari del 10 e del 30 luglio, assunte all’unanimità, intendeva ridurre l’organico del Campionato di Serie B da 22 ad un massimo di 20 squadre.
Tenuto conto delle circostanze sopravvenute ed in considerazione dei molteplici ricorsi pendenti sia avverso le determinazioni di esclusione delle società dal campionato, sia avverso la determinazione della Lega di serie B di non procedere al ripescaggio, il Commissario Straordinario della Figc adottava in data 13 agosto 2018 ulteriori delibere, con le quali si annullava con effetto immediato la precedente delibera del 30 maggio e si modificava contestualmente l’articolo 49 della Norme organizzative interne della Federcalcio, portando da 22 a 19 il numero di squadre partecipanti al Campionato di Serie B, per la stagione 2018/2019, mantenendo peraltro inalterato il numero delle promozioni (3 squadre) e delle retrocessioni (4 squadre). Contestualmente la Lega di Serie B provvedeva a pubblicare il calendario del Campionato di Serie B a 19 squadre e da fine agosto partiva il campionato di Serie B, mentre quello di serie C veniva sospeso in attesa dei pronunciamenti degli organi di giustizia sportiva.
L’11 settembre 2018 il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni respingeva tutti i ricorsi presentati mantenendo l’assetto del campionato di serie B a 19 squadre. Alcuni ricorsi venivano dichiarati inammissibili sul presupposto della competenza sulla materia degli organi di giustizia federale (Tribunale Nazionale Federale, in primo grado, e Corte federale di appello); altro ricorso pendente avverso la delibera commissariale del 30 maggio 2018 – nelle more annullata – veniva invece dichiarato improcedibile. Solo a quel punto è partito anche il campionato di serie C. Avverso le pronunce del Collegio di Garanzia veniva tuttavia proposto ricorso al Tribunale Nazionale Federale ed al Tar Lazio, con contestuale richiesta di concessione di misure cautelari urgenti. Il giudice amministrativo, con decreto presidenziale n.5412/18, dapprima concedeva le misure cautelari richieste, poi revocate con successivo provvedimento dal Presidente della Sezione I ter del Tar Lazio. Con ordinanza collegiale n. 5690 del 27 settembre 2018 il Tar adito rigettava la richiesta di sospensiva. Infine, in data 1° ottobre 2018, il Tribunale Federale Nazionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi avverso la delibera commissariale del 13 agosto 2018 sul blocco dei ‘ripescaggi’.
Per completezza informativa, si segnala nella congerie di ricorsi presentati negli ultimi mesi la vicenda, che presenta talune peculiarità, della Virtus Entella. Essa aveva ottenuto dagli organi di giustizia sportiva (e segnatamente dal Collegio di Garanzia dello Sport, con determinazione n. 60 del 20 settembre 2018) il diritto ad essere ammessa a partecipare al campionato di Serie B. In data 5 ottobre, la Figc e la Lega di Serie B – che nel frattempo avevano impugnato davanti al Tar, con richiesta di sospensiva, la predetta decisione del Collegio di Garanzia – non hanno accolto l’istanza di riammissione, confermando le precedenti determinazioni che avevano portato il campionato della serie B a 19 squadre. Il Tar, che avrebbe dovuto pronunciarsi sulla cautelare nella giornata del 9 ottobre, ha rinviato l’udienza a data da destinarsi, avendo le ricorrenti rinunciato all’istanza di sospensiva.