Dopo veti incrociati, trattative e l’accordo in extremis, è arrivata oggi in aula la riforma Cartabia. Alla Camera, dalle 14 (qui per seguire i lavori), ha preso il via l’esame del testo sulla Giustizia tra le diverse posizioni dei partiti.
Nella seduta di oggi, a partire dalle 20.45, sono previste le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, posta dal Governo ieri, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo 1 e dell’articolo 2 del disegno di legge Bonafede, nel testo della Commissione riguardante la delega al Governo per l’efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari. La fiducia verrà votata a partire dalle 22.30.
Si inizierà con la votazione sulla questione pregiudiziale di costituzionalità sollevata da “L’Alternativa c’è”, la formazione fondata dai fuoriusciti del Movimento 5 Stelle che resta pesantemente contraria al testo. Poi la discussione generale. Sono 95, invece, gli ordini del giorno presentati alla riforma. L’assemblea li esaminerà domani mattina e al termine dell’esame ci sarà il voto finale sul provvedimento
Un dibattito che potrebbe essere ben più lungo di quanto sperato dall’esecutivo. Per questo, secondo alcune indiscrezioni, già in serata il governo di Mario Draghi potrebbe chiedere il voto di fiducia per blindare il provvedimento che, a quel punto, potrebbe essere messo in calendario per la giornata di martedì. Poi toccherà al Senato dove la riforma dovrebbe approdare a inizio settembre.
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E della riforma Cartabia ha parlato oggi, in un’intervista a La Stampa (leggi l’articolo), anche l’ex premier Giuseppe Conte. “Mai pensato a causare una crisi di governo” ha detto l’esponente M5S aggiungendo che nel nuovo corso del M5S “la presenza compatta sarà la cifra della nostra forza politica. Sulle assenze mi sono espresso ieri: non mi piacciono. Ma la fiducia è assicurata”.
Poi ribadisce: “Essere in questo governo ci ha permesso di apportare dei miglioramenti significativi per tutti gli italiani. Senza di noi non ci sarebbero stati. Con il presidente Draghi e con la ministra Marta Cartabia siamo stati chiari sin dall’inizio: il disegno originario della riforma, come evidenziato dai più autorevoli addetti ai lavori, avrebbe provocato un collasso della giustizia penale. E noi non potevamo permetterlo”.
Conte rivendica: “guardi – spiega ancora Conte a proposito della riforma Cartabia – che è improprio parlare di riforma Cartabia. Perché per buoni due terzi resta la riforma di Bonafede che, contrariamente alle polemiche strumentali, ha sempre avuto l’obiettivo di rendere più efficiente la giustizia penale, assicurando tutte le tutele costituzionali agli imputati. Resta in piedi, infatti, il poderoso piano di assunzioni, mai concepito prima di Bonafede. Sono questi gli strumenti più efficaci per velocizzare i processi. Per il resto, come ho già detto, non è esattamente la riforma che avremmo fatto se fossimo stati da soli”.
“Crediamo di aver raggiunto e aggiunto dei significativi miglioramenti, quindi i parlamentari del M5S daranno il loro voto ed esprimeremo anche compattezza. Sì alla fiducia” ha ribadito Conte, questa mattina, a margine della commemorazione della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. “Ieri – aggiunge l’ex premier – abbiamo avuto un confronto con tutti i parlamentari per inaugurare questo nuovo corso del M5S. Discuteremo molto, ci confronteremo, lo faremo sempre in assoluta trasparenza. Arriviamo a questo voto con la coscienza pulita. Abbiamo fatto tutto il possibile per migliorare questi ultimi interventi in materia di giustizia in un impianto complessivo che abbiamo costruito col ministro Bonafede”.
“Ho seguito le tue dichiarazioni” ha detto la ministra Marta Cartabia, anche lei a Bologna, al leader in pectore M5s. “Oggi andrà tutto bene” avrebbe replicato Conte. “Andiamo avanti così” l’invito della Guardasigilli.