Giuseppe Conte torna a parlare della caduta del suo governo. “È chiaro che alcuni settori economici e politici volessero voltar pagina. Non ho elementi invece per dir fossero anche degli interessi internazionali. Può es che in questa operazione Renzi si sia prestato”, dice al Corriere della Sera.
Giuseppe Conte: “Il mio governo caduto per una convergenza di interessi politici ed economici”
Conte non nasconde i problemi del governo: “Per mesi ci fu un’opera di logoramento. Ogni giorno si parlava solo di rimpasto. Si arrivò al punto che la questione venne sollevata in Parlamento dall’allora capogruppo del Pd Marcucci. Il fatto è che i partiti di maggioranza avevano scaricato su di me il problema”. È evidente il riferimento a Zingaretti, Di Maio e Renzi, sebbene Conte ripeta sempre “i partiti”: “I partiti volevano che fossi io a cambiare i ministri. Alcuni di loro venivano presi pubblicamente di mira. Tutto questo indebolì il mio governo”. Fu allora che Renzi staccò la spi- na: “L’ho sempre considerato un problema. E visto che i sondaggi di Iv non decollavano, ruppe. Non so se puntasse davvero a questa soluzione della crisi: un politico non accetta facilmente di cedere il potere a un tecnico”.
Il 28 febbraio Conte ha accettato la leadership del Movimento 5 Stelle dopo il vertice romano convocato da Beppe Grillo. L’ex premier dovrebbe presentare il nuovo statuto, ma sulle future regole tra i 5 Stelle c’è forte tensione. Per ora Conte sospende il giudizio sul lavoro dell’esecutivo Draghi. O forse vuole solo verificare se la sua tesi sia fondata o me- no, «perché è difficile gestire una maggioranza con un perimetro molto largo. Finché si tratta del piano vaccinale… Ma quando si scenderà nelle questioni economiche e sociali diventerà complesso». Il tema sembra intrigarlo quasi quanto la disputa che appassiona in questi mesi le opposte tifoserie in Parlamento: «Su alcune cose vedo continuità rispetto all’operato del mio governo. Su altre c’è una differenza, per inclinazioni diverse e perché la maggioranza è diversa».