Mandano avanti i Tribunali e le Procure italiane in cambio di stipendi miseri, lavorando sempre come precari e senza alcuna tutela. La riforma che dovrebbe dar loro un minimo di stabilità non riesce ad approdare in Parlamento e contiene ancora troppi vuoti. Vengono trattati come magistrati di serie B anche quando rischiano la vita. L’ennesima discriminazione per le toghe onorarie emerge a margine di un attentato sventato fortunatamente dalla Polizia a Civitavecchia, dove uno squilibrato voleva accoltellare una giudice onoraria del locale Tribunale.
Anna Puliafito è un giudice tutelare non togato. Come altri suoi colleghi nella stessa condizione sgobba quotidianamente in cambio di meno di cento euro a udienza. E si è trovata pure a rischiare la vita. Ha messo un amministratore di sostengo a un cinquantenne con seri problemi psichici, che armatosi di un coltello con una lama di 30 centimetri voleva ucciderla. A bloccarlo è stato il commissariato, dopo che il 50enne aveva chiamato il 113 dicendo: “Oggi ammazzo la giudice”.
E’ stato fermato in un bar vicino al tribunale, con l’arma indosso, e ricoverato. Ma a breve sarà di nuovo a piede libero e al palazzo di giustizia stanno cercando di studiare un piano per garantire la sicurezza della giudice. A differenza dei colleghi togati Puliafito, come gli altri onorari, non ha diritto però neppure all’indennità di rischio. E le associazioni di categoria sono insorte.