“Giù le mani dalla prima casa”, non è più soltanto uno slogan. Per mano di Elio Lannutti, neo-senatore del Movimento 5 Stelle dopo trent’anni alla guida dell’Adusbef, lo storico cavallo di battaglia di Beppe Grillo è ora anche un’articolata proposta di legge (pdl) che punta a riscrivere buona parte delle norme del codice di procedura civile a disciplina del processo di esecuzione. Cancellando, di fatto, la riforma introdotta dal Governo Renzi nel 2016.
Freno alle banche – Ma cosa prevede nel dettaglio il testo depositato a Palazzo Madama? Lo scopo è chiaro: “La tutela e la garanzia del diritto di proprietà dell’abitazione quale fondamentale diritto costituzionalmente riconosciuto dall’articolo 47 della Costituzione”. Salvaguardando, in particolare, “quei debitori esecutati i cui debiti siano stati cartolarizzati e ceduti dal creditore (le banche, ndr) specie se la cessione è a favore di fondi specializzati”. Anche perché, osserva il proponente nelle considerazioni introduttive, “il diritto alla casa non può essere declassato a mero interesse destinato a soccombere ad un diritto di credito che, da un lato, viene ceduto con notevoli vantaggi anche di ordine fiscale per le banche (i cui bilanci, di fatto, in questo modo vengono ‘puliti’) e, dall’altro, consente a fondi anche esteri di speculare sul dolore della perdita della propria casa”. La gravità della situazione, secondo Lannutti, è certificata dai numeri. “Nel 2016 sono andati in asta 270mila immobili di famiglie indebitate, in pochissimi anni si arriverà a 450mila”. Non solo. Ad aggiungere altra benzina sul fuoco, nel 2017 le banche si sono disfatte di “crediti deteriorati, quei Non performing loans universalmente noti sotto la sigla Npl”, cartolarizzando “il diritto a recuperare i crediti in sofferenza”, ceduti “a soggetti specializzati (soprattutto fondi esteri) ricevendo, come controvalore, una frazione dell’importo prestato ma beneficiando anche dell’accantonamento della perdita con ripercussioni favorevoli da un punto di vista fiscale”. Solo l’anno scorso “sono stati ceduti Npl per un valore che si aggira intorno agli 80 miliardi”. Con il risultato, accusa Lannutti, che “spregiudicate procedure di recupero dei crediti calpestino quel doveroso senso di solidarietà sociale che deve animare l’intera società e, soprattutto, lo Stato in tutte le sue articolazioni”. Di qui, secondo il senatore M5S, la necessità di prevedere maggiori tutele in favore del debitore.
Bene indispensabile – Innanzitutto dando la possibilità all’esecutato “di preservare l’immobile adibito a prima casa ed unico immobile abitativo” di cui dispone “fornendo una serie di documenti” attestanti la sua situazione. Il debitore, inoltre, “dovrà depositare una somma (non inferiore a 10mila euro, ndr) pari al valore a cui è avvenuta la cartolarizzazione”. Al ricorrere di queste condizioni non potrà essere disposta la liberazione dell’immobile.
Lannutti (M5S): “Basta speculazioni sul dolore delle persone”
Elio Lannutti la riassume così: “Non si possono lasciare in mano agli speculatori e agli avvoltoi il sudore e i sacrifici di tantissime famiglie italiane”. Il senso della proposta di legge a tutela della prima casa (leggi pezzo a fianco)presentata al Senato dal neo parlamentare del Movimento 5 Stelle, già presidente dell’Adusbef, è tutto qui in questa frase.
Cosa c’è che non va a suo avviso nella riforma del 2016?
“Ricordo che l’articolo 47 della Costituzione ‘favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione…’. Non è accettabile che una famiglia che ha subito una disgrazia o nella quale uno dei componenti abbia perso il lavoro si veda portare via la prima casa senza neppure poterla riacquistare non essendo previsto il diritto di prelazione”.
E arriviamo alla sua proposta. Ce la riassume?
“Questa proposta punta innanzitutto a sterilizzare la riforma introdotta dal Governo Renzi. Prevedendo il diritto di prelazione e l’offerta di un premio da parte del debitore a chi ha rilevato il credito. Oltre all’istituzione di un Fondo per attivare linee di credito a tutela della prima casa finanziato in parte dalla Cassa depositi e prestiti. Che oggi con il risparmio postale degli anziani preferisce comprare il 5% della Tim per far cadere la rete dalla padella nella brace. Cioè dai francesi di Bollorè al Fondo americano Elliot”.
La sua sembra una dichiarazione di guerra al mercato, non trova?
“Bisogna invertire l’ideologia neo-liberista dittatoriale che mette al primo posto le banche e la finanza. Prima vengono le persone e le famiglie, poi il mercato”.