Rimasta vuota la poltrona di procuratore capo a Palermo, dopo che Francesco Lo Voi è riuscito a ottenere lo stesso prestigioso incarico a Roma (leggi l’articolo), dove si è ormai insediato relegando così Michele Prestipino (nella foto) al ruolo di aggiunto e dunque di numero due, sono sette i magistrati che aspirano al vertice dell’ufficio giudiziario siciliano. E il Csm, finito il duro braccio di ferro aperto con un ricorso alla giustizia amministrativa dallo stesso ex procuratore Prestipino e sbrogliata l’intricatissima matassa sulla capitale su cui non poco ha pesato lo scandalo che ha investito Palazzo dei Marescialli, a breve dovrà scegliere.
IL PUNTO. In una terra stritolata da Cosa Nostra, la Procura di Palermo è da sempre un ufficio di prima linea. A proporsi per guidare una realtà così complessa e delicata sono appunto in sette e i termini per la presentazione delle candidature sono ormai scaduti. In lizza Maurizio de Lucia, attuale procuratore di Messina, per anni pm alla Direzione distrettuale antimafia proprio di Palermo e poi alla Direzione nazionale antimafia, la super procura voluta da Giovanni Falcone, un magistrato che conosce in profondità le dinamiche mafiose siciliane, il procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, che aveva cercato di ottenere la guida anche della Procura di Roma e il cui nome è stato al centro della nota notte all’hotel Champagne e di quello che è poi diventato il caso Palamara, l’ex procuratore di Trapani, Marzia Sabella, che attualmente sta svolgendo le funzioni di reggente, e Paolo Guido, attualmente procuratori aggiunti a Palermo, che eviterebbero la nomina di quello che in gergo viene definito il papa straniero, Fernando Asaro, procuratore di Gela, Franca Imbergamo, pm alla Direzione nazionale antimafia, e Francesco Puleio, procuratore aggiunto a Catania.
L’ex capo della Procura di Roma Michele Prestipino punta alla Dna
A sorpresa, sconvolgendo i pronostici, non ha fatto domanda Michele Prestipino, nonostante a Roma sia appunto tornato a fare l’aggiunto. A quanto pare però l’ex numero uno di piazzale Clodio ambirebbe alla nomina di procuratore capo della Direzione nazionale antimafia, considerando che è prossimo alla pensione l’attuale procuratore Federico Cafiero de Raho e puntando sulla sua esperienza nella lotta ai clan, prima in Sicilia e poi nel Lazio.
LE TAPPE. Il Consiglio superiore della magistratura dovrebbe decidere prima della scadenza degli attuali componenti, fissata per settembre. Il Csm dovrà però prima nominare il procuratore di Milano, essendo il posto vacante dopo che Francesco Greco è andato in pensione e dove non sono mancati i veleni, e proprio oggi sono fissate le audizioni dei concorrenti. La discussione si sposterà poi sul vertice della Procura di Palermo e infine su quello della Procura nazionale antimafia. E per quanto riguarda il capoluogo siciliano sono considerati favoriti i candidati Viola e de Lucia.
Difficilmente la spunterà Sabella, nonostante abbia lavorato nel pool antimafia di Prestipino e Giuseppe Pignatone e soprattutto portato avanti l’inchiesta che sfociò nella cattura del latitante Bernardo Provenzano, oltre a occuparsi delle indagini di quella che continua a essere la primula rossa di Cosa nostra e l’ultimo grande boss ancora in circolazione, Matteo Messina Denaro.