Prima la revoca dell’incarico, ora il giro di valzer – e di poltrone – in Rai. Dopo nemmeno 24 ore dal caso che ha sconquassato il servizio pubblico, gettando nel panico anche la politica, sembra che la crisi a viale Mazzini sia già alle spalle. Secondo quanto trapela nei corridoi dell’azienda, l’amministratore delegato Carlo Fuortes (nella foto) sarebbe già pronto a sottoporre al Consiglio di Amministrazione, già calendarizzato per il prossimo 8 giugno, un piano di nomine che inevitabilmente partirà dal ricollocamento di Mario Orfeo (leggi l’articolo) che passerà alla direzione del Tg3.
L’Ad della Rai Fuortes sarebbe già pronto a sottoporre al Cda un piano di nomine
Al suo posto nel delicato incarico alla Direzione degli Approfondimenti dovrebbe sedersi Antonio Di Bella che a sua volta lascerà il posto a Simona Sala alla direzione Day Time. Ma a sorpresa cambia anche la guida dell’ufficio stampa che finirà a Fabrizio Casinelli. Non solo. Tra i rumor che stanno spopolando in queste ore si starebbe pensando, per un posto da superdirettore di genere, a Angelo Mellone.
Che le cose in Rai stiano cambiando, è evidente. Ma è lecito chiedersi come mai tutto ciò stia accadendo. E la risposta, secondo fonti ben informate, sarebbe più semplice di quanto si potesse immaginare. In questo strano Paese dove a parole si chiede al servizio pubblico di essere quanto più indipendente possibile – pur mancando completamente un’organizzazione come quella della Bbc che potrebbe concretamente realizzare tale proposito – l’amara realtà è che il connubio tra politica e servizio pubblico appare imprescindibile.
Un legame talmente forte per il quale, in modo davvero paradossale, in Rai non serve più nemmeno attendere l’intervento della politica perché lo si precede, orientando il servizio pubblico in base alle forze politiche del presente o, come in questo caso, del futuro. Analizzando le varie nomine a cui pensa Fuortes, infatti, la sensazione è che sia in corso un riposizionamento dell’azienda che guarda al Centrodestra e, in particolare, a Fratelli d’Italia.
A far pensare che sia questo il caso è soprattutto il nome di Casinelli, un ex berlusconiano di ferro ma che da tempo è passato in orbita di Fratelli d’Italia. Altro nome che fa pensare a questo riposizionamento in vista delle prossime elezioni, le quali – inutile girarci intorno – vedono il Centrodestra in netto vantaggio, è quello di Mellone che viene definito da tutti come un fedelissimo della Meloni. Si tratta di un dirigente, in quota Fratelli d’Italia, che è anche l’autore del libro “Dì qualcosa di destra” e che è stato presente alla convention milanese dei meloniani.
Insomma la sensazione è che Fuortes stia giocando d’anticipo e colta la palla al balzo nella mancata pubblicazione del palinsesto da parte di Orfeo, il quale è nome gradito al Partito democratico e a Italia Viva, sta salendo sul carro della Meloni. Com’è altrettanto evidente che le mosse dell’amministratore delegato hanno confermato l’interdipendenza della Rai dalla politica, addirittura ipotizzando e anticipandone il cambiamento, mandando in frantumi il già debole equilibrio che si viveva a viale Mazzini.
Eppure i commissari Fdi in Vigilanza, Daniela Santanchè e Federico Mollicone, smentiscono questa ricostruzione: ”Troviamo puerile il tentativo di ricostruire la vicenda Orfeo-Fuortes addossando responsabilità politiche a FdI, quando è noto come tutto questo sia frutto della totale mancanza di controllo dell’azienda da parte dell’ad, di scelte editoriali decise e poi rimangiate, in un generale clima di caos produttivo. Il governo prenda atto dei propri errori”.