Ma la Meloni non era tanto amica di Orbàn? A giudicare dal caso di Ilaria Salis sembra che lei e il leader ungherese si odino piuttosto.
Giuditta Mele
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Gentile lettrice, le dirò che vedere la Salis incatenata come una schiava mi ha fatto impressione. Ma non faccio testo perché a me facevano impressione anche i maxiprocessi con mafiosi o brigatisti rossi chiusi in gabbia come belve. Saranno anche misure necessarie, ma le catene mi sembrano troppo e comunque sono scene che disturbano. Venendo al dunque, dopo i vani colloqui della Meloni con l’amico Orbàn, l’altro giorno è stato a Roma il ministro degli Esteri ungherese Péter Futsal Szijjártó. Appena uscito dall’incontro col suo omologo Tajani, il ministro amico ha pensato bene di svillaneggiare con un tweet il governo italiano, accusandolo di voler “interferire” sul sistema giudiziario ungherese. Poco dopo un imbarazzato Tajani rispondeva in una nota che sono state solo esercitate “pressioni perché le condizioni di detenzione rispettino le norme europee”. In tutto questo la grande statista Meloni fa la solita figuretta, dimostrando che in Europa conta meno del due di coppe anche per l’amico Orbàn, immaginiamoci per il resto del globo terraqueo, dal quale si ode un perenne coro di pernacchi, specie dal continente africano. Pensi che in lingua swahili (Africa centrale) pare sia stata coniata una nuova espressione: la vecchia frase “usifanye kitu kijinga” (non fare fesserie), sarebbe stata sostituita con “usifanye Matikiti”, dove Matikiti significa “meloni”, dunque: “non fare la Meloni” (prego i fact-checkers di controllare con un buon dizionario).
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