“Giovanbattista Fazzolari ha attivato i servizi segreti su mie attività. Ne ho la certezza”. È l’accusa, pesantissima, che è il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha mosso ieri a Bruxelles contro il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega ai Servizi Segreti, durante la conferenza “Informazione libera, democrazia forte” davanti al Parlamento europeo.
Interrogato dall’eurodeputato Pd Marco Tarquinio, che chiedeva se si fosse mai sentito controllato “attraverso mezzi non dichiarati”, come accaduto al direttore di Fanpage, Francesco Cancellato con Paragon, Ranucci ha risposto: “Più che sospetti, sospetti ne abbiamo avuti sempre, ne ho avuto almeno in tre occasioni la certezza, perché la mia squadra ha sorpreso tre persone che mi seguivano, mi filmavano durante l’incontro con una fonte; e in un’altra occasione ho avuto certezza che Fazzolari ha attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulle mie attività”.
Ruotolo chiede un’immediata interrogazione parlamentare su Ranucci
Immediate le reazioni all’accusa di Ranucci: per l’europarlamentare Sandro Ruotolo, “si deve fare immediatamente un’interrogazione parlamentare”, perché si tratta di accuse “estremamente gravi”.
L’allarme di Di Trapani (Fnsi)
Di “scenari inquietanti” parla invece il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani, per il quale “il governo ha il dovere di intervenire pubblicamente: o smentisce, o spiega perché il sottosegretario Fazzolari avrebbe attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sull’attività di Ranucci”.
Per Di Trapani, poi, “questa denuncia rende ancora più preoccupante la recente approvazione in Parlamento dell’articolo 31 del Ddl Sicurezza, con il quale si obbligherebbero i giornalisti della Rai, e probabilmente di tutte le tv, a fornire ai servizi segreti tutte le informazioni richieste, abolendo così di fatto la segretezza delle fonti”.
La replica piccata di Fazzolari: “Accuse deliranti”
“Sigfrido Ranucci risponderà in tribunale delle deliranti accuse che mi ha rivolto, sostenendo che avrei ‘attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla sua attività”, la risposta di Fazzolari. “Non ho alcuna possibilità di attivare i nostri Servizi di intelligence”, aggiunge il sottosegretario, “e, qualora la avessi, di certo non farei sprecare tempo, energie e risorse dello Stato per controllare una figura ininfluente come Ranucci”.
E Mantovano al Copasir ammette lo spionaggio dell’Aisi su Mediterranea e Cancellato
E mentre a Bruxelles esplodeva la bomba Ranucci, a Roma deflagrava quella di Paragon. Secondo notizie di stampa, infatti, il sottosegretario Alfredo Mantovano avrebbe ammesso in un’audizione secretata davanti al Copasir che sarebbero stati i servizi segreti (l’Aise) a inoculare il software spia Graphite di Paragon nei cellulari degli attivisti della Ong Mediterranea Saving Humans, come Luca Casarini, o in quello del direttore di Fanpage, Cancellato.
L’indagine dei servizi sull’immigrazione clandestina
Secondo quanto trapela, a richiedere lo spionaggio invasivo sarebbe stato il governo nell’ambito di un’indagine dei servizi sull’immigrazione clandestina partita nel 2024. Il sottosegretario avrebbe assicurato al Copasir che tutte le procedure sulle intercettazioni preventive sarebbero state rispettate e avrebbe però escluso le attività ai danni di Cancellato.
Le bugie del governo Meloni
A breve il Copasir presenterà una relazione al Parlamento. Se la ricostruzione fosse confermata, tutte le spiegazioni precedenti del governo si rivelerebbero una selva di bugie. A partire dalle dichiarazioni dell’esecutivo che assicurava che nessuna delle vittime di spionaggio era controllato da apparati dello stato. Lo stesso Mantovano, il 4 marzo scorso, aveva diramato una nota asserendo che “tutto quello che si poteva dire sulla vicenda era stato detto” e che “qualsiasi cosa venga aggiunta in pubblico danneggerebbe l’attività di intelligence e le indagini”.
Casarini: “Operazione degna di un regime”
“Finalmente Mantovano, delegato dal governo, ha ammesso che Mediterranea e i suoi attivisti sono stati spiati dai Servizi segreti con il software militare Paragon Graphite, perché considerati pericolo per la sicurezza nazionale”, ha dichiarato Mediterranea, “L’attività di spionaggio è stata richiesta dal governo Meloni. Questa legale, ma illegittima attività che colpisce attivisti e oppositori politici del governo, nei loro piani non doveva venire alla luce”, aggiunge la Ong, “E invece il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: è stata smascherata a livello mondiale una operazione segreta, degna di un regime”.
Cinque procure al lavoro
“Mantovano”, aggiunge la Ong, “è la mente che ha ispirato e guidato le attività di spionaggio contro di noi. Tenta di coprirsi attraverso l’alibi della legge, ma per autorizzare un’attività del genere senza violare la Costituzione devono esserci fondati motivi. Cinque procure stanno indagando, e noi confidiamo sul fatto che qualcuno abbia il coraggio di andare fino in fondo e dimostrare, come risulta palese, che questo è un abuso di potere, non altro”.