di Marco Castoro
Barbara d’Urso può fare le interviste. Così come le ha fatte Mara Venier. Federilucca Panicucci può condurre spazi dedicati alla cronaca nera. La blogger Selvaggia Lucarelli fa l’opinionista, scrive articoli quotidiani in punta di penna, pur non essendo una giornalista iscritta all’albo. Né pubblicista né professionista. Tanto che ci si chiede a che cosa servano l’ordine dei giornalisti, l’esame per diventare professionisti, la rincorsa spasmodica ai crediti se poi alla fine tutti possono scrivere articoli e intervistare. In questa deregulation ci manca solo il tiggì condotto dalla velina speaker. E i giornalisti che cosa fanno? Come affrontano questo momento così inflazionato della loro professione? Semplice, fanno gli attori o i concorrenti dei reality. Il teatro ad esempio sta diventando l’habitat più adatto al giornalista. Meglio di una redazione. Sotto l’occhio di bue Marco Travaglio ci si trova alla perfezione. Anestesia totale con Isabella Ferrari è stato uno spettacolo dalle numerose rappresentazioni. Ora è pronto a cominciare una nuova stagione con Slurp, un recital tutto da ridere per non piangere, con l’attrice Giorgia Salari, per la regìa di Valerio Binasco. Il direttore del Fatto Quotidiano racconta come giornalisti, intellettuali e opinionisti hanno beatificato la peggior classe dirigente, formata da politici e manager corrotti, imprenditori falliti che hanno rovinato l’Italia.
TOURNÉE – Travaglio non è l’unico che ama frequentare il palcoscenico teatrale. In questi giorni Andrea Scanzi sta rappresentando Il sogno di un’Italia, il racconto del ventennio 1984-2004. Il giornalista del Fatto se la cava molto bene nei suoi monologhi. Fa riflettere e ogni tanto la sua ironia colpisce il bersaglio come fa una freccia avvelenata. Peccato però che lo spettacolo sia dedicato solo alle cronache nefaste e tristi senza una minima parentesi positiva. Tangentopoli, Falcone e Borsellino, Senna, Pantani, il G8 e la Diaz, Giuliani, Troisi. In quel ventennio, tanto per fare un esempio, ci sono stati sette mondiali di Formula 1 vinti da Schumacher, due con la Benetton e cinque con la Ferrari. Valentino Rossi è sei volte iridato. Il Milan fa collezione di trofei. Benigni vince l’Oscar con la Vita è bella. Osservando Scanzi viene alla mente Antonello Piroso che a teatro ha portato i casi Tortora, Tobagi, il Grande Torino e da aprile sarà all’Eliseo di Roma di Luca Barbareschi con Molto rumore per Shakespeare. Anche Francesca Barra ha calcato il palcoscenico con Storie di donne non ordinarie, donne vittime e carnefici di mafia. Filippo Facci, invece, ha preferito l’alta quota. Ha partecipato al reality Monte Bianco su Raidue. Ma la professione sta cambiando anche tra i giornalisti televisivi. Ormai si va verso la presa diretta. L’inviato fa il reporter. Microfono e zainetto con camera. Poi in redazione si deve montare pure il servizio. A Mediaset lo fanno già da tempo. A RaiNews i zainetti li ha comprati la Maggioni.