La mucca è nel corridoio, fu la metafora coniata circa tre anni fa da Pierluigi Bersani per indicare la destra che stava avanzando. A bussare alla porta (della maggioranza) oggi però non è l’intero centrodestra ma una parte di esso, una figura che – nonostante tutto – è ancora “ingombrante”: Silvio Berlusconi. Senza un aiutino al Senato, si ragiona, sarà difficile approvare lo scostamento di bilancio, ma il Cavaliere si è spinto oltre: chiede che la manovra venga scritta insieme alle opposizioni, prevedendo un doppio relatore. E poi chissà, dalla collaborazione sulla legge di bilancio si potrebbe ipotizzare un ingresso in maggioranza? Il passo è breve, avrà pensato Vito Crimi che, di fronte all’apertura di Goffredo Bettini (leggi Zingaretti), si è affettato a fugare ogni dubbio: “La collaborazione è fondamentale, ma ognuno ha il suo ruolo. La legge di Bilancio è l’atto di indirizzo politico più importante del governo. Quindi la deve scrivere la maggioranza”.
Concetto ribadito anche da Luigi Di Maio: “In questo momento serve il massimo dialogo, e ognuno può portarlo avanti dalle proprie posizioni”, escludendo che vi possa essere una sorta di “scambio” con Berlusconi (vedi l’emendamento per proteggere Mediaset dalla scalata di Vivendi). A negare questa ipotesi del resto sono anche i dem: si tratta di aprire ad una collaborazione che nasce dalla necessità di affrontare un’emergenza senza precedenti, non nasconde nessuna manovra politica, spiegano dalle parti del Nazareno dove certo non mancano i malumori per questo dialogo a distanza fra il segretario e il leader di FI. Che agita anche il centrodestra: è Giorgia Meloni, che della coerenza (“Mai con il Pd, mai coi 5Stelle”) ha fatto la propria bandiera a pretendere dall’alleato chiarezza: ok presentare proposte unitarie delle opposizioni, sotto forma di emendamenti congiunti alla manovra, a patto però che rispetto al governo Conte la posizione “sia unica, senza tentennamenti, senza giochetti”, ha detto chiaramente nel corso del vertice di lunedì sera (presenti Salvini e Giorgetti per la Lega, Tajani e Ronzulli per FI) con Berlusconi in collegamento che tiene a ribadire che “è impossibile pensare ad un ingresso di FI in maggioranza: siamo responsabili, vogliamo solo un modo nuovo, più rapido e più efficace, di dar risposta ai cittadini”.
PALETTI PADANI. Non ne è però troppo convinto neppure Salvini che fa presente che sarebbe meglio una presa di posizione netta per prendere le distanze da Conte. Comune a tutti e tre i leader dell’opposizione è poi l’osservazione che “di collaborazione dal governo non abbiamo mai avuto segnali concreti”. E ieri è stato il capogruppo della Lega Riccardo Molinari ad esternare il disappunto: “Siamo al 17 novembre, e le Camere non hanno ancora ricevuto la legge di bilancio. Data la drammaticità del momento, sarebbe lecito attendersi dal Governo un atteggiamento più partecipativo”.