Immaginare come nei libri di storia saranno affrontate le pagine destinate alle attuali politiche migratorie italiane è un utile esercizio che il governo meloniano dovrebbe fare. Uno sguardo proiettato sul futuro, dove ad attenderci ci sarà il giudizio nei nostri figli e delle generazioni che ci succederanno. Del resto, alla politica si chiede anche questo: una visione a lungo termine che tenga conto del perimetro della legge e del rispetto dei diritti della persona.
Dirottati alla polizia i fondi dall’accoglienza dei migranti. Dal Governo Meloni una strategia miope in vista delle europee
Equiparare dei minori stranieri non accompagnati, quelli tra i sedici e i diciotto anni, a degli adulti pur di usarli come bancomat per racimolare qualche soldo (e con questo qualche voto) è una barbarie che ha visto recentemente condannare il nostro Paese da parte della Cedu. I 15 milioni risparmiati sul fondo destinato ai comuni per la gestione dei minori non accompagnati saranno spostati sulla previdenza integrativa degli agenti di polizia e del personale delle forze armate. La cosa sarebbe buona e giusta se non fosse in palese violazione della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, ma capiamo bene che mentre i minori non accompagnati non votano le forze armate e gli agenti di polizia sì e l’europee sono sempre più vicine.
Non a caso, sulle politiche migratorie il governo si gioca la faccia e l’abbondanza di decreti emanati certifica non solo la rilevanza del tema, ma l’incapacità di trovare una soluzione definitiva efficace. E pensare che dai banchi dell’opposizione tacciavano di essere affetti da “decretite” chi era costretto a governare tra necessari aggiustamenti di rotta in epoca pandemica. Evidentemente se ciò valeva per i variabilissimi dati giornalieri di una pandemia sconosciuta e devastante, non vale per i numeri dei migranti che approdano sulle nostre coste: fenomeno strutturale, prevedibile (mix tra instabilità interna dei paesi di provenienza e stagione climatica per affrontare la traversata del Mediterraneo) e che con le destre al governo non sono affatto diminuiti.
Non a caso, si arriva a dover far invecchiare per decreto i minori così da spedirli a casa o da risparmiare qualche soldo da investire in propaganda. In questo desolante quadro, sprezzante delle norme europee e della Costitizione, non si tiene conto nemmeno degli amministratori locali lasciati soli nella gestione di un fenomeno che ricade interamente sulle loro spalle.
Il tutto aggravato anche dal metodo adottato: se con il Decreto Anticipi i comuni avevano ottenuto un fondo a parziale copertura del capitolo di spesa, con il Decreto numero 133 del 5 Ottobre e l’escamotage anagrafico – che si fonda sul pregiudizio dei “sedicenti minorenni” – i Comuni si vedranno con ancora meno risorse per ottemperare a quello che per loro è obbligo di legge e che per qualsiasi individuo dovrebbe coincidere con un dovere morale. Un disumano gioco delle tre carte sulla pelle di ragazzi disperati e territori in affanno.