La Meloni e il cognato, Lollobrigida, si sono scatenati: più natalità, più lavoro femminile, più immigrati, però no alla sostituzione etnica… Discorsi da asini.
Maria Triberio
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Gentile lettrice, la Meloni, non paga della sua demenziale idea di un liceo del Made in Italy, ora sforna sciocchezze a ruota libera insieme a quel genio del cognato, il ministro dell’Agricoltura. Il duo di famiglia è in gran forma. Giorgia, parlando al Salone del mobile, ha affrontato il problema della denatalità: ci sono sempre meno bambini e sempre più anziani, quindi non abbastanza persone che lavorano per mantenere i pensionati. La soluzione? “Non solo gli immigrati” ha detto (ma gli immigrati non erano da fermare con le navi da guerra?), “ma anche la grande riserva che è il lavoro femminile”. Ergo: “Incentivare le famiglie a fare figli”. Qui siamo a un’asineria totale: si sa che più le donne lavorano e meno diventano madri. Ma anche così non fosse, ci vorrebbero diversi decenni per arrivare a una sufficiente crescita numerica della popolazione in età lavorativa. E intanto, per i prossimi 40-50 anni, che facciamo? Quanto al Lollobrigido, laureatosi a 42 anni dal divano di casa, si è attirato accuse di fascista, razzista e suprematista bianco. Ma vengo al dunque. Dice: “Non possiamo arrenderci alla sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli e quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada”. E quale sarebbe la strada? “Per consentire a tutti di lavorare e avere una famiglia, va costruito un welfare”. Stu-pen-do. Detto da chi ha distrutto la base minima del welfare, il Reddito di cittadinanza.
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