Sarà anche il Governo del cambiamento, ma in fatto di trasparenza ancora c’è tanto da fare. A un anno di distanza dalle elezioni politiche, infatti, il sito dell’Ufficio per il programma di Governo continua a dar problemi: se in un primo momento, come denunciato anche da La Notizia, era addirittura finito offline, ora non c’è alcun aggiornamento da ben otto mesi. Un buco clamoroso che rende impossibile avere la più lontana idea di quale sia ad oggi il gap dei tristemente noti decreti attuativi.
Parliamo, cioè, di quei provvedimenti necessari per rendere concrete le disposizioni di legge e che sono in capo a questo o quel ministro. Chiariamo subito: ad occuparsi dell’Ufficio per il programma di governo dovrebbe essere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Ma, a quanto pare, non è una sua priorità, considerando che le pagine del sito sono incredibilmente ferme al 9 luglio 2018, come denuncia OpenPolis. La storia è a tratti grottesca. Andando sul sito istituzionale, infatti, campeggia la scritta a titoli cubitali: “On line gli aggiornamenti sullo stato di attuazione del programma”. Basta cliccare sul link per vedere che tutto, però, è fermo a otto mesi fa, tanto che si dà conto di nove sedute del consiglio dei ministri, quando in realtà ce ne sono state ben 47.
E non è finita qui. Come detto, il sito fino alla scorsa legislatura permetteva di monitorare lo stato dei decreti attuativi. Non basta, infatti, approvare una legge in Parlamento: dopo l’ok delle Aule, per via di aspetti pratici, burocratici e tecnici necessari per applicare e implementare le leggi, è necessario l’intervento di altri soggetti istituzionali, principalmente i ministeri. Un intervento esiziale, considerando che senza quei decreti, le leggi sono letteralmente inesistenti.
Ebbene: il sito dell’Ufficio per il programma di governo, istituito nel 2012 dal governo Monti, permetteva di monitorare tempi e modalità dell’attuazione delle norme. Un lavoro evidentemente molto complesso, ma fondamentale per capire se le leggi approvate dal Parlamento trovassero poi riscontro nella vita di tutti i giorni. Anche in questo caso, però, cliccando sulla pagina relativa allo stato dei decreti attuativi si scopre che l’ultimo aggiornamento va “dal 16 maggio all’8 luglio 2018”, tanto che sono presenti i provvedimenti dei governi Renzi e Gentiloni, ma nessuna scheda è consultabile riguardo a quanto fatto (o non fatto) dall’esecutivo Conte.
Il problema è tutt’altro che secondario, soprattutto se si pensa alla Legge di bilancio: ogni anno la Manovra richiede un corposo intervento successivo tramite decreti attuativi. Un intervento che – tanto per capirci – ancora è in corso per quanto riguarda le passate leggi di bilancio. Tramite il monitoraggio dell’Ufficio di programma, infatti, noi oggi sappiamo che la Manovra 2018 (Governo Gentiloni) prevedeva un totale di 149 decreti e 97 ancora restano da addottare. Ma ancora sono da adottare 14 decreti della Manovra 2015, 23 della Manovra 2016 e 21 di quella 2017.
Oggi, però, non sappiamo se questi decreti, negli ultimi otto mesi, siano stati adottati (in caso contrario le leggi approvate e che richiedevano un decreto, semplicemente non esistono). E, soprattutto, non sappiamo quanti siano i decreti attuativi previsti dall’ultima Manovra gialloverde. Un vulnus pesante per chi si presenta come “cambiamento”.