Da una parte la “cheerleader italiana di Trump che diffonde teorie cospirazioniste prive di fondamento sul voto americano” (copyright The Indipendent) dall’altra “l’uomo delle istituzioni”, siamo alle solite, Lega di lotta e Lega di governo incarnato dalle due anime: il segretario federale Matteo Salvini e il vicesegretario Giancarlo Giorgetti che in qualità di responsabile Esteri del partito, sull’esito delle presidenziali statunitensi ha tenuto subito a precisare che “per noi non cambia nulla”.
Trump o Biden, insomma, pari sono: “Restiamo fermi nella collocazione atlantica, che diventa ultra-atlantica su determinati temi, ad esempio sul 5G. Siamo assolutamente interessati a dialogare con l’Amministrazione Biden, è importante farlo se vogliamo davvero andare al governo in Italia”, ha affermato mentre Salvini da giorni si è fatto immortalare sui social e nelle interviste tv con indosso la mascherina per sostenere il presidente uscente degli Stati Uniti ‘Trump 2020’.
Ma questo non è un segreto, da che parte sta il Capitano non è certo una novità: “Ha ragione Trump a chiedere controlliamo voto per voto, seggio per seggio e non escludo nulla. Vedrete che potranno esserci sorprese”, così il leader della Lega in un video su Instagram, con toni ben diversi da quelli del numero due del Carroccio, la cui posizione è ben lontana da quella del capo secondo cui The Donald farebbe bene a denunciare brogli e irregolarità nelle elezioni negli Stati Uniti: “Sia chiaro, Trump coi suoi modi rudi e con tutti i media contro, fa quel che hanno fatto i democratici Clinton e Gore quando hanno perso di misura. Anche loro hanno preteso il riconteggio dei voti”, ammette per poi precisare che “magari Trump riuscirà anche a dimostrare che qua e là ci sono stati dei brogli, però quando il presidente è proclamato…quello che potrà fare è negoziare da questa posizione di forza giuridica un’uscita per lui meno traumatica.
A Trump è successo un po’ quello che è successo a Berlusconi”. A quest’ultimo il paragone fatto da Giorgetti non deve essere molto piaciuto visto che si è immediatamente prodigato a mandare i suoi auguri al dem Biden, dimostrazione ulteriore di quanto il centrodestra sia un’entità compatta sulla carta ma poi nella sostanza lo sia davvero poco. “Trump non l’ho sentito – afferma il leader di Forza Italia – Credo che abbia pagato il suo atteggiamento molto spesso troppo arrogante, ho mandato già i miei auguri a Biden, l’America certamente risulta divisa però credo che oggi Biden abbia chiara la necessità di essere il Presidente di tutti gli americani e credo che alla fine possa essere un bene per tutti noi”.
Più cauta Giorgia Meloni, che sulle elezioni presidenziali americane fa un discorso più articolato (e diplomatico): “Leggo imbarazzanti dichiarazioni della sinistra e dei media mainstream sulle elezioni americane e sulla (possibile) vittoria dei democratici a termine di una competizione molto serrata con i repubblicani. La nostra visione di politica estera si basa sull’interesse nazionale italiano e prescinde dalle tifoserie di parte”. Insomma, la leader di FdI non scarica del tutto Trump ma, come Giorgetti, la sua priorità è quella di salvaguardare il ruolo dell’Italia: “La nostra visione vale per i rapporti con i partner europei, come per quelli con Cina e Russia e anche per quelli con gli Stati Uniti. Guardiamo sempre a quello che succede negli altri Stati con la lente del tricolore italiano. Purtroppo – ha chiosato la Meloni – è un concetto che la sinistra italiana, che confonde la sua pozzanghera ideologica con i confini dell’universo, non potrà mai capire”.