Giorgetti ha tenuto un discorso in commissione di Bilancio ammettendo i dati negativi della Finanziaria e dunque le responsabilità del governo Meloni.
Giorgetti costretto ad ammettere la sconfitta del governo
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dovuto ammettere dati negativi durante il suo intervento alla commissione Bilancio. Il ministro si è rivolto a deputati e senatori per spiegare la Finanziaria. Giorgetti ha voluto evidenzia che nella Legge di Bilancio “il confronto all’interno dell’esecutivo ha dovuto individuare una sintesi tra le diverse istanze e i vincoli, interni ed esterni, di bilancio. È stato un lavoro niente affatto facile, ma ritengo che sia stato fatto il meglio possibile, da un lato, per fornire risposte concrete alle esigenze immediate e, dall’altro, per gettare le basi dell’attuazione graduale del programma di legislatura”.
Sulla crescita: “È al ribasso”
Il ministro dell’Economia prova a giustificare i dati negativi della Manovra. “Nel contesto attuale le stime puntuali di crescita non possono che avere natura puramente indicativa, caratterizzato da elevata incertezza e scosso da nuove e drammatiche tensioni geopolitiche”. Giorgetti cita i possibili aumenti dei prezzi del petrolio e “tassi di interesse elevati”. Poi, il ministro punta il dito, scaricando le responsabilità: “La spesa per interessi (sul debito, ndr) non è direttamente controllabile dal governo ma, anzi, risente delle decisioni assunte dalle banche centrali le quali, continuando a perseguire politiche fortemente restrittive, contribuiscono ad alimentare incertezza e determinare oneri a carico sia delle casse pubbliche che dei cittadini”.
“Gli oneri del debito sono condizionati anche dal merito di credito del nostro Paese, che a sua volta è legato alla capacità di crescita della nostra economia e all’adozione di politiche sostenibili e responsabili – ha poi sottolineato Giorgetti –. Su questo abbiamo dato un segnale preciso, che gli investitori sembrano aver apprezzato”. “Il disavanzo pubblico è infatti previsto scendere al di sotto della soglia del 3 per cento entro il 2026, per rispettare non solo i vincoli europei, ma anche per realizzare il necessario consolidamento dello stock del debito” ha aggiunto il Ministro.