Il vicepresidente della Giunta per le Immunità del Senato, Giuseppe Luigi Cucca (Italia Viva), non ha dubbi. Il comportamento del presidente Maurizio Gasparri (FI) è stato ambiguo: ha approfittato delle assenze di due senatori (Pietro Grasso di LeU e Mario Michele Giarrusso di M5S) per respingere le richieste della maggioranza sul caso Gregoretti.
Senatore cos’è successo? Avete abbandonato di nuovo i lavori della Giunta?
“Sì, sulla base di una serie di considerazioni che sono abbastanza concrete. Ieri sono state reiterate le istanze istruttorie che erano state formulate il 9 gennaio. Stranamente quel giorno non è stato pensato di metterle in votazione forse perché le opposizioni avrebbero perso. E’ palese dunque che questa cosa era preordinata perché si sapeva che, nei giorni a venire, non ci sarebbero stati due senatori di maggioranza. Si è voluto approfittare di queste assenze per tentare un colpo basso”.
Il ruolo di Gasparri, quindi, a suo avviso non è stato imparziale?
“Perché quando la maggioranza aveva i numeri non ha fatto votare e ieri, e lunedì, ha avuto la fretta di far votare? Aveva preso un impegno con Grasso sul fatto che non avrebbe fatto votare nulla prima del suo rientro e dell’altro senatore. Questo vuol dire che, se hanno già deciso, la nostra presenza è assolutamente inutile. Gasparri tratta la Giunta con un clima familiaristico. Come un capo famiglia in cui lui può comandare”.
La Lega ha detto a voi di Italia viva che siete garantisti a fasi alterne. Cosa rispondete?
“Noi dobbiamo essere messi nelle condizioni di decidere. Laddove la documentazione è lacunosa avevamo bisogno di avere ulteriori informazioni e non ci è stato permesso. Proprio per una questione di garantismo abbiamo fatto queste richieste. C’è qualcun altro che va a fasi alterne. Che è giustizialista quando gli fa comodo e invece quando gli fa meno comodo si nasconde dietro un dito. Con la storia delle sue perenni campagne elettorali il Carroccio si nasconde dietro un dito. Ma non si venga a dire a noi che non siamo garantisti. è una cosa che per la mia storia mi fa rivoltare lo stomaco”.
Ritiene che alla fine si confermerà la data 20 o ci saranno sorprese?
“Adesso spetta alla Conferenza dei capigruppo decidere. All’Ufficio di presidenza. Noi abbiamo presentato delle istanze istruttorie. Se non vogliono considerarle vuol dire che vogliono fare quello che vogliono. Allora che se la vedano loro”.
Pensa che sarebbe giusto mandare a processo Salvini?
“Ci sono valenti ed eminenti studiosi del diritto che ritengono lo si debba mandare a processo perché di fatto non c’erano le condizioni a cui l’ex ministro dell’Interno si appella. Io stesso avrei voluto vedere quei documenti che avevamo richiesto, svolgere quegli accertamenti ulteriori per corroborare la posizione di Salvini. Volevamo far chiarezza. Come si fa sempre quando ci sono casi di questo genere”.
Quindi lei condivide quanto detto da Elvira Evangelista (M5S) sul fatto che “votare il 20 o votare dopo è indifferente. L’importante è completare il fascicolo dell’istruttoria”?
“E’ quello che abbiamo detto noi ieri. Non è un problema votare prima o votare dopo. Non tocca a noi stabilirlo. Tocca all’Ufficio di presidenza del Senato. Però, data la delicatezza del provvedimento che dobbiamo assumere, vogliamo essere messi nella condizione di decidere con il massimo della consapevolezza e con tutte le informazioni possibili a disposizione. Questo abbiamo chiesto e questo ci è stato negato”.