di Stefano Sansonetti
L’elenco è a dir poco corposo. E soprattutto sembra destinato ad allungarsi con i progetti governativi in cantiere. La realtà è che tra leggi e decreti, questi ultimi numericamente preponderanti, è difficile scorgere provvedimenti che non contengano almeno un regalo “gentilmente” offerto dall’esecutivo di Matteo Renzi alla lobby di turno. Gli esempi, in questo primo anno di governo, si sprecano. E danno la misura di come la squadra dell’ex sindaco di Firenze quasi sempre si genufletta di fronte ai grandi interessi economici. Il tutto per un panorama spesso desolante: lobbisti che entrano nei corridoi dei ministeri, neanche fossero casa loro, agganciando in un batter d’occhio capi di gabinetto e capi degli uffici legislativi a cui consegnare le modifiche normative più gradite. Una sorta di “mercato nero” delle leggi, aggravato dal fatto che in Italia sul tema non c’è nessuna regolamentazione.
I CASI
Uno dei contenitori a più alta incidenza di regali è il decreto Sblocca Italia (133 del 2014), che ha tenuto banco durante la fine dello scorso anno. All’articolo 5 il governo si è piegato alla lobby autostradale inventandosi un maxiproroga senza gara delle concessioni, “mediante l’unificazione di tratte interconnesse”. Come sempre il diavolo si nasconde nei dettagli. Ma stavolta è talmente palese che negli ultimi giorni prima l’Antitrust, e poi l’Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, hanno sbertucciato l’esecutivo spiegando che se si unificano due tratte, per esempio una in scadenza nel 2015 e l’altra nel 2025, come nuovo termine di durata della concessione viene assunto quest’ultimo anno. Con buona pace delle nuove gare con cui si dovrebbe garantire la concorrenza. Ma per chi è questo favore? Per i soliti noti: il gruppo Gavio, che gestisce alcune concessioni in scadenza al Nord, ma anche Autostrade della famiglia Benetton e il gruppo Toto. Sempre nello Sblocca Italia, stavolta all’articolo 37, spunta fuori un regalone ai colossi internazionali dell’energia che stanno dietro il Tap, il contestato gasdotto che dovrebbe approdare sulle coste pugliesi. Ebbene, con il solito gioco di incomprensibili rimandi legislativi si modifica la legge sugli espropri per pubblica utilità prevedendo che le relative autorizzazioni semplificate valgano anche “per i gasdotti di approvvigionamento di gas dall’estero e le opere accessorie”. Una norma cucita su misura del Tap, guidato da gruppi esteri come gli inglesi di British Petroleum (20%), gli azeri di Socar (20%), i norvegesi di Statoil (20%) e i belgi di Fluxys (19%). Nell’ultima legge di Stabilità, invece, abbondano i “cadeaux” per la lobby dell’azzardo.
NON FINISCE QUI
Per esempio c’è una norma che consente al ministero dell’economia di ridurre il prelievo, aumentare il payout, i premi, gli importi giocabili e la frequenza delle estrazioni dei concorsi che abbiano registrato un calo della raccolta del 15% nell’ultimo triennio. Anche qui, si tratta di una norma su misura per il Superenalotto gestito in concessione da Sisal, il gruppo guidato dall’amministratore delegato Emilio Petrone e presieduto da un ex ministro delle finanze come Augusto Fantozzi. Ma c’è un regalo pure per Gtech (ex Lottomatica). La legge di Stabilità, infatti, anticipa al 2015 il nuovo bando del Lotto, finora gestito dal gruppo controllato dalla famiglia De Agostini. La base d’asta, fissata a 700 milioni, per diversi osservatori è accessibile solo per Gtech e pochissimi altri operatori uniti tra loro. Ma al di là della cifra, il bando prevede che il punteggio attribuito dalla commissione dipenderà anche dalla valutazione della distribuzione territoriale della rete. E qui Gtech-Lottomatica, guidata dall’amministratore delegato Marco Sala, potrebbe trovarsi servito sul piatto un bel vantaggio rispetto agli altri.
Twitter: @SSansonetti