di Francesco Carta
L’attuale direttore generale dell’Inps, Massimo Cioffi, è indagato per un’evasione fiscale ai danni dello stesso ente previdenziale che sarebbe stata commessa dall’Enel, azienda della quale era direttore del personale.
A indagare sulla vicenda è la Procura di Nocera, che sta cercando di fare luce sull’esodo incentivato di 15 mila dipendenti del colosso elettrico andati in scena tra il 2006 e il 2014, in un arco di tempo nel quale Cioffi aveva la delega alle risorse umane. Il sospetto degli inquirenti è che ci siano state evasioni contributive per circa 40 milioni e che Cioffi, una volta approdato all’Inps, abbia cercato di insabbiare il caso. L’ipotesi di reato, in questo caso, potrebbe essere quella dell’abuso d’ufficio.
A occuparsi del caso, lo scorso 27 dicembre, era stato Libero, che aveva denunciato il possibile conflitto d’interessi del manager chiamato dal renzianissimo presidente Tito Boeri a mettere ordine nella “nuova” Inps. Cioffi, ai tempi dell’Enel, aveva inserito negli accordi per lo scivolo dei lavoratori anche le mensilità aggiuntive e il trattamento di fine rapporto, evitando così il pagamento dei contributi dovuti.
Il manager ha abbandonato l’Enel nell’estate del 2014 ed è atterrato sulla prestiogiosa poltrona pubblica il 27 febbraio dell’anno scorso. E all’Inps si sarebbe trovato sulla scrivania, tra le varie pratiche che socttano, proprio una segnalazione della Guardia di Finanza che gli deve aver creato più di un imbarazzo. E qui la vicenda diventa parecchio velenosa, perchè l’ex capo della vigilanza di Inps, anch’egli sotto inchiesta, accusa Cioffi di aver affossato il dossier Enel.