di Clemente Pistilli
I soliti “furbi” sembra stiano mettendo in pericolo anche quella che è da sempre una delle principali e più sicure fonti di reddito per lo Stato: il gioco. L’”industria della scommessa”, le somme tirate fuori da quanti tentano la fortuna, rappresenta per l’erario un giro d’affari miliardario, anche se da qualche tempo in leggero calo, ma ora sembra che con il Lotto qualcosa non stia andando per il verso giusto. Si stanno moltiplicando i casi di controlli che portano a scoprire mancati versamenti milionari da parte dei titolari delle ricevitorie e, soltanto nel 2013, si contano già cinque sentenze di condanna emesse dalla Corte dei Conti, nel tentativo di recuperare il “tesoretto”.
L’ultima sentenza in ordine di tempo è quella emessa dai giudici contabili della Lombardia, che hanno condannato un 52enne a tirare fuori tre milioni e mezzo di euro. In base a un accertamento compiuto dall’ufficio dei Monopoli di Brescia è emerso che Claudio Morganti, titolare di una ricevitoria a Bellagio, in provincia di Como, non ha versato allo Stato 3.453.602 euro di proventi del gioco del Lotto. Scoperto l’ammanco difficile è poi recuperare le somme. Al 52enne è stata inviata una cartella di pagamento, la vicenda è stata discussa davanti alla commissione tributaria ed è poi finita al vaglio del Tribunale civile di Brescia, che deve ancora pronunciarsi. Partita l’inchiesta contabile, la Corte dei Conti ha definito il comportamento del titolare della ricevitoria “caratterizzato da dolo poiché, nonostante i plurimi solleciti da parte dell’amministrazione dei Monopoli, egli non ha provveduto al pagamento richiesto, né a produrre, nel presente giudizio, alcuna osservazione, controdeduzione, giustificazione o scritto difensivo”. Moranti è stato così condannato a risarcire ai Monopoli di Stato i quasi tre milioni e mezzo di euro. Un caso particolare, ma non isolato restando sempre al gioco del Lotto. Sempre quest’anno, i giudici della Corte dei Conti della Toscana hanno condannato il titolare di una ricevitoria di Pontassieve, Filippo Consumi, a risarcire all’erario 100mila euro, i gestori di una ricevitoria a Rosignano Marittimo, Giuseppa Raciti, Salvo e Francesco Cristaldi a risarcire 1.174.777 euro e il gestore di una ricevitoria di Cortona, Gianfranco Daddi, a pagare 4.152 euro. I giudici contabili della Sardegna hanno poi condannato il titolare di una ricevitoria di Sassari, Mattia Piras, a tirare fuori 241mila euro. E si tratta soltanto di casi emersi a seguito di indagini partite per motivi diversi. Neppure il gioco appare più un affare sicuro in Italia.