A TeleMeloni accadono i miracoli. I meloniani di viale Mazzini, infatti, sono capaci di trasformare i fischi in applausi. L’evento miracoloso è avvenuto mercoledì sera, quando Rai 1 ha mandato in onda la comparsata del ministro della “Cultura” Gennaro Sangiuliano al Taobuk di Taormina.
La Rai: “Il video di Sangiuliano fornito da Taobuk”. Ma l’Usigrai accusa: “Mandato in onda senza verifiche”
Sul palco il ministro-gaffeur, fischiato già alla presentazione (tanto che il conduttore era stato costretto a richiamare il pubblico) si è lanciato in una delle sue filippiche sull’importanza dell’identità… A quel punto parte della platea ha sonoramente rumoreggiato, sommergendolo con un diluvio di buuu. Peccato che nella versione andata in onda su Rai 1 la filippica risultasse accolta dagli applausi scroscianti.
La nota della Rai sui fischi spariti
“In riferimento al presunto intervento sugli effetti sonori durante l’intervento del ministro della Cultura Sangiuliano nelle immagini andate in onda durante “Taobuk ” – in onda ieri sera sui Rai 1 – Rai precisa che il programma non è una produzione interna, ma è stato fornito dall’Associazione Taormina Book Festival, che lo ha realizzato, curandone ogni aspetto produttivo, senza alcun coinvolgimento di mezzi e personale Rai”, ha spiegato ieri la Rai, “L’azienda chiederà comunque spiegazioni per fare completa chiarezza su quanto accaduto”, conclude la nota.
Taobuk conferma
La Notizia ha contattato l’ufficio stampa del Taobuk che conferma di aver prodotto lei la clip: “Il Taobuk Award Gala 2024 è una produzione indipendente realizzata dall’Associazione Taormina Book Festival che la consegna alla Rai per la messa in onda. Come in tutte le programmazioni dal vivo il suono che viene utilizzato è quello che deriva dai microfoni di chi sta sul palco. Il suono ambientale per ovvie ragioni tecniche viene escluso. Questo è avvenuto anche nel caso del Gala, il cui montaggio prevede tra l’altro una riduzione a 80 minuti di un girato di 150. Inoltre il Gala è intrattenimento non un prodotto giornalistico, il montaggio rispecchia una scelta stilistica, dare precedenza alla cultura, senza entrare nell’agone politico. Va ribadito, infine, che alla produzione non è arrivata alcuna richiesta da fonte esterna di modifica del contenuto editoriale del programma”.
Usigarai all’assalto: “Toppa peggio del buco”
Ha commentato invece L’usigrai. “La toppa Rai è peggiore del buco. Con un comunicato stampa la Rai ancora una volta certifica il baratro in cui è finito il prodotto informativo del Servizio pubblico. Affidati in esterno, i contenuti che poi finiscono nei programmi informativi e nei tg della Rai non hanno alcun controllo editoriale da parte delle strutture giornalistiche. Se la “Più grande industria culturale del Paese” non è in grado nemmeno di verificare quello che manda in onda, chi dirige l’azienda deve trarne le conseguenze”.
“Minculpopo meloniano”
E ha commentato la politica: “Ieri sera è andata in onda sulla Rai l’ennesima puntata del Minculpop meloniano. Protagonista a sua insaputa l’ineffabile Sangiuliano, la cui performance al Taobuk era stata condita da una contestazione con tanto di fischi scomparsi nel montaggio trasmesso dal servizio pubblico”, ha detto il capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto, “è inaccettabile che la TV pubblica sia degradata a organo di promozione del governo che censura le contestazioni”.
“Ormai abbiamo superato TeleMeloni, siamo a Teleregime. Il servizio pubblico è piegato agli interessi della maggioranza. Vera e propria censura di regime”, commenta invece l’Avs Peppe De Cristofaro, componente della commissione di Vigilanza Rai.
Serena Bortone intanto ricorre contro la sospensione
Ma il taroccamento di Sangiuliano non ha fatto comunque dimenticare il caso di Serena Bortone, “condannata” mercoledì a sei giorni di sospensione per aver denunciato la censura contro lo scrittore Scurati. La giornalista farà ricorso contro il provvedimento.
L’attesa per il Consiglio di Stato
Infine ieri il Consiglio di Stato ha respinto l’appello cautelare presentato da tre candidati al cda RAI, Nino Rizzo Nervo, Patrizio Rossano e Stefano Rolando, che chiedevano la sospensione dell’iter delle nomine perché in contrasto con la giurisprudenza della corte costituzionale e con le nuove norme europee. Le Camere potranno quindi procedere alla nomina dei nuovi componenti del Cda. La seduta comune di Camera e Senato dovrebbe essere convocata entro fine luglio.