Pensioni, Superbonus, Cashback. Ora che il Documento programmatico di bilancio per il 2022 è stato spedito a Bruxelles e inviato alle Camere si apre tra i partiti la sfida per far rientrare nella manovra le proprie misure identitarie. Su alcune di queste, peraltro, come l’incentivo green per l’efficientamento energetico, si registra una convergenza di tutte le forze politiche. Il Superbonus 110% sarà prorogato al 31 dicembre 2023. Ma sarà una proroga selettiva: varrà per i condomini e gli Istituti autonomi case popolari ma saranno esclusi ville e villette, ovvero tutti gli edifici unifamiliari.
Fuori dalla proroga anche il credito d’imposta al 90% per il rifacimento delle facciate la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2021. Una selettività che ha scatenato l’ira del M5S ma anche le proteste di Lega e Pd. Secondo lo studio del Cni, nel 2021 il Superbonus – dichiara il leader dei pentastellati Giuseppe Conte – contribuisce alla formazione di 12 miliardi di Pil e all’attivazione di 153mila posti di lavoro. “Grazie alla nostra determinazione abbiamo ottenuto una prima proroga della misura, ma non possiamo accontentarci. Il Governo ne garantisca la proroga anche agli edifici non condominiali e la renda accessibile negli anni a venire”.
Per il mantenimento del bonus facciate è sceso in campo anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini: “Fa lavorare le imprese e rende più belli borghi e città, dai centri storici alle periferie”. Con le forze politiche che tifano per il superbonus si schierano le associazioni di categoria a partire dall’Ance. Ma via XX Settembre è prudente e si interroga non da ora sulla sostenibilità in termini di costi della misura. Una ipotesi sul tavolo sarebbe di ridurre la percentuale del bonus per le ristrutturazioni edilizie al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
Ma le percentuali potrebbero cambiare: la discussione – considerato il fronte trasversale dei partiti che sostengono la misura – è particolarmente sensibile. Resta aperto fino al varo della manovra – ovvero tra una settimana circa – il confronto sulle pensioni. La soluzione prospettata dal ministro dell’Economia non è piaciuta alla Lega, a cui si deve Quota 100, ed è stata rispedita al mittente dai sindacati che hanno chiesto al Governo di essere convocati urgentemente. Daniele Franco (nella foto) ha prospettato Quota 102 nel 2022, con la possibilità d’uscita con 64 anni di età e 38 di contributi, e Quota 104 nel 2023 che alza l’età a 66 anni.
Il Carroccio preferisce strappare la proroga di un anno di Quota 100, o in alternativa ripropone Quota 41, ovvero il pensionamento anticipato al raggiungimento di 41 anni di contributi, a prescindere dall’età. Tra le opzioni per ammorbidire la proposta Franco si ragiona semmai su deroghe per i lavoratori precoci, per quelli impegnati in attività usuranti. Tutti i partiti spingono poi per la proroga di Opzione donna. E poi c’è il Cashback. La misura figlia di Conte, nonostante abbia spinto pagamenti digitali e consumi e costituito un argine al sommerso, è stata sospesa per il secondo semestre dell’anno. Ma i pentastellati chiedono che venga reintrodotta.