Dopo la pubblicazione dell’anticipazione di Report su Gianmario Ferramonti, Maria Elena Boschi ha ribadito con un comunicato di aver mai avuto nulla a che fare con il faccendiere che si diceva in grado di spostare milioni di voti in caso di ok alla caduta di Giuseppe Conte.
Gianmario Ferramonti a Report: il milione di voti promesso per la caduta di Conte e gli attacchi di Bisignani
“Il Fatto Quotidiano oggi apre il proprio giornale con un presunto scoop che definire ridicolo o assurdo è riduttivo. Non ho mai parlato con la persona che Il Fatto Quotidiano oggi presenta in prima pagina. Né ho risposto ai suoi continui messaggi”, ha detto Maria Elena Boschi in una nota inviata nel pomeriggio alla stampa riferendosi al servizio di Report. “E del resto questa stessa persona – priva per quanto io sappia di alcun ruolo e potere – si lamentava perché neanche rispondevo alle sue considerazioni: del resto ricevo sul telefono, via email, sui social centinaia di messaggi da sconosciuti privi di alcuna credibilità sugli argomenti più disparati. Trovo surreale che mi si attribuiscano le opinioni di chi mi scrive e che si definiscano colloqui dei messaggi senza risposta”.
“Quanto alle mie posizioni sul governo Conte esse sono state sempre pubbliche e ufficiali, a cominciare dai vari incontri con l’allora premier a Palazzo Chigi e dalla mia partecipazione alla delegazione ufficiale di Italia Viva nelle consultazioni al Quirinale con il Presidente Mattarella prima e poi nelle consultazioni con i presidenti Fico e Draghi. Quello che pensavo della crisi l’ho detto in tutte le sedi istituzionali e nelle numerose interviste rilasciate”, ha aggiunto la Boschi. “Confondere le allucinazioni con gli scoop significa che alcuni organi di informazione vivono purtroppo una crisi profonda che mi dispiace, come cittadina e come sostenitrice di una informazione di qualità. Mi riservo, ovviamente, di tutelare la mia immagine nelle forme e nelle sedi più opportune”, ha concluso.
Maria Elena Boschi e gli sms di Gianmario Ferramonti
In attesa della puntata di Report di stasera oggi Il Fatto però riporta una serie di citazini di articoli di Luigi Bisignani. Si tratta di un faccendiere ed ex giornalista, radiato nel 2002 dopo la condanna a due anni e due mesi nel processo Enimont. In questi mesi di emergenza Bisignani si è spesso dedicato alla demolizione di Conte come presidente del Consiglio. Un estratto degli articoli nel pezzo a firma di Lorenzo Giarelli:
Il 12 aprile 2020, Bisignani sembra profetizzare l’invito di Ferramonti alla Boschi: “Perché Renzi non molla Conte?”. Siamo ancora sul Tempo di Angelucci e il Nostro sembra aver perso la pazienza: “Cosa dovrà mai ancora succedere affinché Renzi ritiri i suoi ministri da questo governo arronzato, incapaci di gestire il pre, il durante e il dopoCovi-19? La speranza è che Renzi riesca a rimettere in moto la politica e non permetta che Giuseppi si faccia il suo partito di manettari e diventi un dittatorello sudamericano”.
L’unica speranza, insomma, sembra Italia Viva e per legittimare questo smodato desiderio di un ribaltone a Palazzo Chigi, Bisignani dipinge un presidente del Consiglio allo sbando:
“Il Papa stufo di Giuseppi” (28 aprile 2020), “I1 Colle s’è stufato di Conte” (3 maggio), “I cattolici scomunicano Conte” (31 maggio), “I mercati ci mandano al voto” (12 luglio). Niente male per il leader più apprezzato nei sondaggi. Il 6 settembre Bisignani sembra fiutare lacrisi: “I disastri economici e sociali stanno logorando il premier. L’incantesimo sta finendo”. Passa un mese e il 4 ottobre c’è un’altrafatwa: “Stretta mortale su Conte”: “Da un momento all’altro rischia di inabissarsi il suo intrepido volo nella galassia del potere”.
Ferramonti ha offerto un milione di voti a Boschi per far cadere Conte?
Il 15 novembre è il Colle a “perdere la pazienza”e ormai è questione di ore:
“La tempesta perfetta sul governo Conte sta per arrivare”, anche perché il premier “continua a infilare clamorosi autogol che indeboliscono ulteriormente la sua credibilità. Ad anno nuovo, quando Italia Viva sta per realizzare i sogni di Bisignani, lui si concede gli ultimi ritratti al cianuro. “Conte non ha messo da parte la sua infinita vanità”, un “tipico uomo beta che si è fatto le ossa all’ombra di uomini alfa” (3 gennaio). 1114 gennaio, Renzi ritirale ministre di Iv e Bisignani brinda: “Conte ha fallito, torni a casa”. Il premier “è solo al comando, ma non decide”, “risponde solo ai dioscuri che si è scelto e che lo guidano nella gestione della suavanità”.
Secondo Bisignani, “è dall’estate scorsa che, tra ridicole task force, Colao e Stati generali, tiene bloccato il Paese”(17 gennaio). Insomma, “Conte è rimasto solo, lasci Palazzo Chigi”(24 gennaio), ormai “chiuso in una bolla ha perso il contatto con la realtà”. Per fortuna che poi arriva Mario Draghi coi suoi migliori e la musica cambia .”Supermario è l’opposto di Conte” (7 febbraio). “Grazie a Renzi e a Mattarella, l’Italia avrà finalmente un governo autorevole”. Draghi “è proprio l’antipode di Conte”, anche solo per meriti dinastici. Il primo “nato e cresciuto a Roma, figlio d’arte di un funzionario della Banca. d’Italia”. L’altro “è nato in un paesino del foggiano, con un papà segretario comunale”.
Abbastanza per giustificare la crisi.