Giambruno torna ad agitare Palazzo Chigi. Secondo quanto riportato dal quotidiano Domani, lo scorso novembre due persone si sarebbero avvicinate di notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, ex compagno della premier Giorgia Meloni.
Entrambi furono fermati da un agente di sorveglianza all’esterno dell’abitazione della presidente del Consiglio.
Stando a quanto ricostruito dal giornale diretto da Emiliano Fittipaldi, i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati.
Giambruno: il caso diventa un giallo
Della vicenda, sempre secondo Domani, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni.
Del fatto, stando a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche la Procura della Capitale.
Giambruno: l’indagine dei Servizi
Dall’indagine dei Servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati a un’altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà più banalmente due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.