Giallo sul compenso di Vespa, si muove il Cda Rai. Laganà chiede ai vertici di Viale Mazzini i conti del programma

Giallo sul compenso di Vespa, si muove il Cda Rai. Laganà chiede ai vertici di Viale Mazzini i conti del programma

Giallo sul compenso di Vespa, si muove il Cda Rai. Laganà chiede ai vertici di Viale Mazzini i conti del programma

L’eredità di Enzo Biagi resta un nervo scoperto a Viale Mazzini. In attesa del debutto del designato a raccoglierne il testimone, non si scioglie il giallo del compenso pattuito per i 5 minuti della striscia serale post Tg1 affidata a Bruno Vespa. Che cumulerà così i circa 1,7 milioni di euro l’anno già incassati per la conduzione di Porta a Porta (1,3 milioni) e la collaborazione con Rai Cinema (altri 400mila), al cachet della nuova trasmissione.

Bocche cucite in Rai

Una cifra ancora top secret, nonostante le reiterate sollecitazioni del Cda ai vertici di Viale Mazzini. E sulla quale ieri, il consigliere (in quota dipendenti) Riccardo Laganà è tornato alla carica. Con un lettera inviata all’intero Consiglio d’amministrazione, Ad e presidente in testa, al direttore governance aziendale, al collegio sindacale e alla magistratura contabile, per chiedere che nella prossima riunione del Cda, fissata per il 3 marzo, vengano fornite le “cifre complete dei costi relativi al programma a partire dai compensi aggiuntivi riconosciuti al collaboratore Bruno Vespa”.

Ma non è tutto. Laganà ha sollecitato i vertici Rai a illustrare al Consiglio “obiettivi editoriali e risultati attesi in termini di ascolti e share della striscia informativa” oltre alla “valutazione dell’impatto che la stessa potrà avere sul altri programmi concomitanti e successivi alla stessa”. Tema quest’ultimo già peraltro sollevato nella scorsa riunione del Cda per i dubbi sollevati dalla fascia oraria della nuova trasmissione che rischia di fare concorrenza a Il cavallo e la torre di Marco Damilano, in onda in contemporanea su Rai3, ma anche al Tg2, come hanno già lamentato i giornalisti della testata attraverso una lettera del cdr.

Indaga l’authority

Ma non c’è solo il compenso di Vespa ad agitare viale Mazzini. Soltanto ieri sul tavolo di AgCom è arrivato il caso delle presunte sponsorizzazioni fittizie fatte durante il festival di Sanremo.

A sollevare dubbi su quanto andato in onda nel corso della kermesse canora, tra innumerevoli momenti in cui si è parlato o è stato utilizzato Instagram, sono stati il Codacons e l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi che hanno portato la vicenda all’attenzione dell’authority. Nella sua segnalazione, l’associazione dei consumatori sospetta “una pratica di pubblicità verosimilmente indiretta” in barba sia alle leggi vigenti che al codice di autoregolamentazione. Ed è proprio l’insistenza nel dare visibilità al social network che viene sottolineata nella segnalazione in cui, tra le altre cose, si ipotizza il fatto che a subire i danni di questa presunta pubblicità mascherata sarebbe stato soprattutto il servizio pubblico radiotelevisivo.

La stessa segnalazione, per non farsi mancare nulla, suggerirebbe anche di effettuare dei controlli per capire se i conduttori, Amadeus, Gianni Morandi e Chiara Ferragni, abbiano ricevuto denaro da Instagram o da aziende ad essa collegate. Quel che è certo è che da Meta, l’azienda controllante Instagram, è già arrivata una smentita pubblicata su Fanpage.it in cui viene negata l’esistenza di accordi commerciali con la Rai o con la Ferragni. Stessa posizione espressa anche da viale Mazzini. Smentite che, evidentemente, non hanno convinto le associazioni dei consumatori che ha segnalato tutto all’AgCom che dovrà capire se sia il caso di procedere e, in caso, quali provvedimenti potrebbe decidere di intraprendere nei confronti dei possibili responsabili.