A sentire Roberto Giachetti, nel video diventato virale in cui lancia pesanti accuse ai 5S, la politica – tutta – si è scoperta anti-casta e quindi pronta a tagliarsi privilegi e stipendi. Insomma una rivoluzione culturale che gli italiani chiedevano da tempo e di cui si è fatto portavoce il Movimento 5 Stelle che sarebbe frutto di un abbaglio, almeno secondo il racconto del deputato di Italia viva che lo ha gridato in occasione dei mancati aumenti salariali.
A sentire Roberto Giachetti, nel video diventato virale in cui lancia pesanti accuse ai 5S, la politica – tutta – si è scoperta anti-casta e quindi pronta a tagliarsi privilegi e stipendi
L’intervento in Aula di Giachetti è iniziato in modo pacato, con il racconto della decisione – presa dall’intero Ufficio di Presidenza – di procedere allo stop dell’adeguamento dell’indennità dei deputati alle retribuzioni dei magistrati di Cassazione. Per il renziano quanto accaduto si può riassumere in una decisione ormai di fatto automatica che si ripete, in assenza di una legge che renda definitivo lo stop all’adeguamento, presa nel lontano 2006 e mai modificata.
Insomma un meccanismo rodato che si ripropone ogni anno e che, secondo la tesi di Giachetti, il Movimento 5 Stelle – ben conscio di dire una falsità – si starebbe provando a intestare con il preciso scopo di strizzare l’occhio all’elettorato anti-casta. Ed è proprio nel raccontare questo tentativo pentastellato che il deputato di Italia viva, improvvisamente, cambia tono e urlando ha lanciato pesanti accuse: “Un secondo dopo che la delibera è stata approvata, il questore del Movimento 5 Stelle ha lanciato alla stampa una nota in cui rivendica una lotta, una battaglia, per poter arrivare a questa decisione…”.
Parole a cui fanno seguito scroscianti applausi da parte di quasi tutto l’arco parlamentare. Ma Giachetti è un fiume in piena e insiste: “Lasciatemi finire perché è peggio, molto peggio di così. Allora si fa presente al questore, in ufficio di presidenza, che è un po’ sleale e vigliacca una cosa del genere. E il questore chiede scusa”.
Davanti a questa retromarcia, continua il deputato del Terzo polo, “prendiamo atto di questa spiegazione e andiamo avanti ma dopo cinque minuti escono i tweet e i Facebook del questore che ripetono la farsa” e “la sera esce un comunicato del leader M5S Conte in cui si ribadisce che quella decisione è stata presa solo perché i pentastellati sono stati intransigenti, si erano incatenati, quasi buttati dalla finestra. Potete essere definiti politicamente con un solo termine: miserabili”.
Parole a seguito delle quali è scoppiato il boato di Montecitorio. Poi le immancabili critiche tra cui quelle di Tommaso Foti, presidente dei deputati di Fratelli d’Italia: “Smascherati i 5S, bravi ad inscenare la commedia delle parti. I grillini si attribuiscono meriti che non hanno o si dissociano e discolpano da responsabilità, sebbene le abbiano sempre, a seconda delle convenienze”.
Ma i pentastellati di passare per scorretti non ne vogliono sapere e così rispondono: “il Movimento 5 Stelle respinge le accuse mosse al proprio Gruppo parlamentare. È un dato di fatto che nel corso della discussione in seno al Collegio dei questori sia stato prospettato anche l’automatico adeguamento delle indennità ed è un dato incontrovertibile che il nostro questore, Filippo Scerra, abbia da subito segnalato la necessità di bloccare tale aumento fino alla decisione finale, poi assunta all’unanimità”.
Insomma una dinamica diversa da quella raccontata dal deputato di Iv. Malgrado questa spiegazione, le critiche sono andate avanti e così è intervenuto Giuseppe Conte su Facebook: “Abbiamo scoperto che Calenda e i suoi contubernali di Italia Viva che ci insultano in Aula hanno da sempre a cuore il taglio dei privilegi della classe politica. Siccome sono molto permalosi facciamo finta che sia così e che non sia stato il M5S a pungolare e poi instradare il Parlamento verso abitudini più sobrie”.
Ma “andiamo oltre. Caro Carlo, ricordiamo tutti quando a proposito del tuo attuale ‘socio’ Renzi sostenevi che è inaccettabile che un senatore, pagato dai cittadini, vada in giro per il mondo a fare il testimonial di regimi autocratici dietro pagamento. Ora hai la possibilità di recuperare un po’ di coerenza. Vota con noi una legge per impedire ai parlamentari di percepire anche solo un euro da Stati stranieri. Ci stai?” conclude Conte.