Cambia il quadro politico in Germania dopo le elezioni per il rinnovo del Bundestag. E si profila addirittura lo spauracchio dell’ingovernabilità. La Cdu/Csu della Cancelliera Angela Merkel si conferma primo partito al 33,2% ma perde quasi otto punti rispetto alle Federali del 2013 (41%). Crolla invece la Spd guidata dall’ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che non va oltre il 20,8% (-4,9%) e incassa il risultato peggiore di sempre. Boom, invece, per Alternative für Deutschland: l’estrema destra si piazza subito dietro ai due partiti “istituzionali” col 13,2%. Quattro anni fa si era fermata al 4,7% non riuscendo a portare nemmeno un deputato in Parlamento, stavolta ne conquista 87.
È un vero e proprio terremoto, insomma, visto che i socialdemocratici hanno annunciato l’intenzione di andare all’opposizione senza ripetere l’esperienza della Grande Coalizione. “È un giorno amaro per la socialdemocrazia tedesca”, ha detto Schulz, “abbiamo avuto una sconfitta, ma noi porteremo avanti i nostri valori e tutto ciò che ci contraddistingue”. Mentre la vice leader della Spd, Manuela Schwesig, ha spiegato che Schulz resterà comunque a capo del partito. I liberali della Fdp raccolgono il 10,1% (+5,3%), la Linke (sinistra radicale) all’8,9% (+0,3) e i Verdi al 9,3% (+0,9%). In base a questi risultati, alla Merkel non resta che la cosiddetta “Coalizione Giamaica” insieme a liberali e Verdi. Secondo i dati, infatti, il prossimo Bundestag dovrebbe essere così formato: Cdu/Csu 218 seggi (da 311), Spd 138 (da 193), Linke 58 (da 64), Verdi 60 (da 63), Fdp 69 (da 0), AfD 88 (da 0). La maggioranza è di 316 deputati su 631.
Scenario, quello della “Coalizione Giamaica”, che comunque non è scontato. Wolfgang Kubicki, vice leader di Fdp, ha detto infatti all’emittente Ard: “Non potete costringere i Verdi e noi a fare una coalizione solo perché la Spd si tira indietro”. Più possibilisti i Verdi anche se, ha detto Katrin Goering-Eckardt, “non saremo un partner facile”, anzi quelli con la Merkel “saranno colloqui difficili”.
Nel suo breve discorso subito dopo il voto, la Merkel ha promesso di “voler tenere insieme l’Unione europea e di voler rafforzare l’Europa. Abbiamo una sfida da affrontare e lo faremo con tutta la forza e la tranquillità, per lavorare assieme ai nostri partner”, ha detto la Cancelliera facendo riferimento alle sfide poste dall’immigrazione e dalla sicurezza interna. Quando all’ottimo risultato raccolto da AfD, la Merkel ha detto: “Vogliamo che attraverso buone politiche i suoi elettori tornino a noi”.
Das Unmögliche ist wahr geworden:
🇩🇪 erlebt ein unvegleichliches politisches Erdbeben.
Packen wir es an!#TrauDichDeutschland #AfD #Btw17 *— Frauke Petry (@FraukePetry) 24 settembre 2017
“Siamo entrati al Parlamento tedesco, da oggi nel Bundestag c’è un nuovo partito di opposizione, cambieremo questo Paese”, sono state le prime parole di Alexander Gauland, candidato alla Cancelleria dell’AfD. Su Twitter Frauke Petry, altra leader di AfD, l’ha definito “un terremoto politico”. Sui social network stanno circolando le immagini della festa nel quartier generale dell’AfD, coi militanti che cantano “ci riprenderemo il Paese”. Fra i primi a congratularsi con l’AfD anche la leader del Front National, il partito dell’estrema destra francese, Marine le Pen. “Complimenti ai nostri alleati dell’AfD per questo risultato storico!”, che vede nel risultato della destra xenofoba ed antieuropeista tedesca “un nuovo simbolo del risveglio dei popoli europei”, ha scritto Le Pen su Twitter.
Per il Consiglio centrale ebraico tedesco, al contrario, l’avanzata di Alternative für Deutschland rappresenta la sfida più grande per il Paese dal dopoguerra. “Per la prima volta un partito populista di destra con forti punti in comune con la scena di estrema destra è stato votato per entrare nel Bundestag. Ci aspettiamo che le nostre forze democratiche facciano vedere il vero volto dell’Afd – ha detto il Consiglio – e mettano a nudo le loro vuote promesse populiste”. Secondo l’analisi del voto di Zdf, AfD e la Linke sono stati scelto solo dal 7% dei laureati tedeschi. Al primo posto la Cdu/Csu (30%) seguita da Verdi (18%), socialdemocratici (17%) e liberali (14%).