Un presidente del Consiglio ombra. Nel senso che appare poco, e parla ancora meno. Lasciando zero tracce di sé. Così Paolo Gentiloni viene citato a malapena dai grandi media, suscitando scarsa passione nel dibattito. Certo, è arrivato a Palazzo Chigi in punta di piedi, come è giusto che fosse viste le circostanze che hanno portato alla nascita del suo Governo. Ma dal giorno dell’insediamento è sparito dai radar, oscurato pure dalle varie inchieste che hanno monopolizzato l’attenzione, da quella sul sindaco di Milano, Giuseppe Sala, all’indagine aperta sul neo-ministro dello Sport, Luca Lotti, passando per il caso-Roma di Virginia Raggi. La stampa dedica giusto qualche trafiletto all’azione dell’Esecutivo, che del resto finora ha fatto ordinaria amministrazione eccezion fatta per le emergenze, come il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, che però ha avuto un volto diverso dal premier: era quello del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Anzi a Gentiloni è toccato il compito di fare la conferenza stampa nella notte per spiegare le misure, senza la gloria dei riflettori mediatici.
Natale – Giusto per Natale è stata preparata un’operazione di immagine: oggi, a quattro mesi dal terremoto, Gentiloni sarà ad Amatrice per portare la vicinanza dello Stato alle popolazioni colpite dal terremoto. In una giornata a bassa intensità di informazione, forse anche il presidente del Consiglio riuscirà a strappare il suo quarto d’ora di celebrità. In questo segue una sua promessa: sin dal discorso alle Camere con cui aveva chiesto la fiducia il premier aveva fissato tra le sue priorità la ricostruzione delle zone del centro Italia devastate dalla serie di eventi sismici avvenuti nel 2016. Il dibattito, insomma, volge lo sguardo altrove. Matteo Renzi, da semplice segretario del Pd, continua a fare più notizia. Si scrutano le mosse del leader di Pontassieve per capire come potrà rientrare in campo da protagonista: il ruolo di panchinaro non si addice a chi si è proposto come Rottamatore del sistema politico italiano. Mentre Gentiloni sembra in prima linea sia più per necessità che per effettiva volontà personale. Addirittura gli avversari politici individuano come bersaglio sempre il solito Renzi.
Stai sereno – Persino la partita dei sottosegretari (vedi pagina al fianco), solitamente ghiotta per la stampa, è passata quasi in secondo piano. Così il Governo, a pochi giorni dalla sua nascita, già sembra tirare a campare, pensando a sopravvivere al presente senza una progettazione futura. Del resto nel giorno del voto di fiducia in Parlamento il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, aveva profetizzato le elezioni anticipate per scongiurare l’incubo del referendum sul Jobs Act. Non proprio il miglior modo per dare una benedizione al nuovo corso. Ma nei fatti è un film già visto di recente, quando a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta con un Esecutivo quasi ignorato. Almeno fino a quando qualcuno non dirà a Gentiloni #PaoloStaiSereno.