Poche ore dopo che il giudice per le indagini preliminari di Firenze ha confermato gli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e la moglie, Laura Bovoli, il padre dell’ex premier si attacca alla tastiera del computer e verga un post su Facebook per spiegare: “Ci difendiamo in tribunale, certo. Ma se dobbiamo essere massacrati ogni giorno sui media, ci difenderemo anche qui”, scrive Tiziano Renzi sul social network sottolineando come “gli avvocati che ci seguono e che ringrazio, ci chiedono di aspettare il processo per difenderci in aula. E’ un linea seria, che rispettiamo – conclude il padre dell’ex premier -. Ma è anche vero che nei fatti i media ci processano ogni giorno e noi non abbiamo diritto di parola” e poi spiega le ragioni della sua innocenza e l’impossibilità di confessare ciò che non ha fatto.
Per il gip che ha confermato la detenzione domiciliare per i genitori dell’ex segretario del Partito Democratico, però, “Dalle intere indagini è emerso in modo pacifico che gli indagati abbiano svolto ruoli di fatto” nelle società “tanto che non è possibile ritenere che le loro dimissioni da cariche formali possa ritenersi misura sufficiente a garantire le esigenze cautelari”. Per questo, il magistrato ritiene che “con riferimento all’attualità delle esigenze cautelari e alla indispensabilità di una misura custodiale” ha rigettato la revoca degli arresti. Adesso il prossimo round è atteso per il 6 marzo, quando i legali di Tiziano Renzi e Laura Bovoli discuteranno, davanti al tribunale per il riesame, il ricorso per la revoca della detenzione domiciliare.
Nelle stesse ore, però, una nuova tegola si è abbattuta sui genitori dell’ex presidente del Consiglio. Infatti, in nuove indagini della Procura di Firenze nell’inchiesta per bancarotta fraudolenta e false fatture che vede Tiziano Renzi e Laura Bovoli ai domiciliari e, in generale, una quindicina di indagati, gli inquirenti ipotizzano che ci sia una fattura falsa portata allo sconto, in banca, per l’anticipo da parte degli attuali amministratori della cooperativa Marmodiv, società per cui è in corso al tribunale di Firenze una procedura fallimentare. Marmodiv era stata ceduta dai Renzi ai nuovi amministratori. Il tribunale fallimentare, che il 20 marzo deve decidere sul fallimento, ha fatto eseguire una perizia integrativa proprio in relazione alla voce “fatture da emettere” che il perito aveva messo in dubbio.
La perizia supplementare deve anche esplorare l’eventuale ipotesi di reato di falso in bilancio. Al momento, come rileva il gip Angela Fantechi, c’e’ l’ipotesi di una fattura falsa portata allo sconto per cui è pervenuta una querela da parte di Banca di Cambiano. La querela, osserva il giudice, “conferma quanto accertato dalla Gdf circa la presentazione allo sconto di fatture false anche in altre ipotesi per opera delle persone a cui Renzi ha ceduto la cooperativa”. Marmodiv, ceduta a Dmp Italia, è una società con “un buco di 300mila euro” e, rileva il gip, “paiono in corso attività volte ad evitare il fallimento mediante l’accollo di debiti della stessa da parte di terzi”.