Il merito prova a prenderselo tutto Donald Trump, ma ciò che conta è che l’accordo per una tregua a Gaza è stato finalmente raggiunto. Intesa che era nell’aria da qualche giorno ormai e che ricalca la proposta che gli Stati Uniti avanzano dalla primavera. Ma il futuro arrivo di Trump alla Casa Bianca sembra aver cambiato le carte in tavola e alla fine anche Israele e il suo premier Benjamin Netanyahu hanno accettato l’accordo.
Cosa prevede l’accordo per la tregua a Gaza
L’intesa tra Israele e Hamas entrerà in vigore dal 19 gennaio e prevede una prima fase di 42 giorni con il cessate il fuoco e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, con il ritorno degli sfollati nelle proprie abitazioni. Ma anche la liberazione di 33 ostaggi israeliani ancora detenuti nell’enclave palestinese, in particolare donne, anziani e bambini, tra cui persone in condizioni precarie di salute. I dettagli sull’accordo sono stati annunciati a Doha, nella capitale del Qatar, dove da settimane vanno avanti intensi negoziati tra Israele e Hamas sulla proposta dell’ormai ex presidente Usa, Joe Biden.
Secondo un alto funzionario statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato, tre ostaggi saranno rilasciati entro 48-72 ore dall’accordo, insieme a un numero ancora imprecisato di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e un altro aumento del flusso di aiuti umanitari a Gaza. Al 16esimo giorno dell’accordo inizierebbero invece i colloqui per definire le fasi successive.
Nella seconda fase dell’accordo, che secondo Biden sarà una “fine della guerra permanente”, si prevede che il cessate il fuoco continuerà, mentre gli ostaggi rimanenti e i prigionieri palestinesi verranno rilasciati. Secondo ufficiali israeliani, si ritiene che 98 ostaggi siano ancora a Gaza, di cui 60 ancora in vita. Israele dovrebbe ordinare il rilascio di “diverse centinaia” di detenuti palestinesi – compresi dei condannati per l’omicidio di cittadini israeliani – il cui numero esatto dipende esattamente da quanti ostaggi sono ancora vivi (l’accordo riguarda anche la restituzione dei corpi degli ostaggi deceduti).
Inoltre, le truppe israeliane inizierebbero il ritiro dai centri abitati pur mantenendo il controllo della frontiera fra la Striscia e l’Egitto, il cosiddetto Corridoio di Filadelfia, e di una zona cuscinetto all’interno del territorio costiero lungo la frontiera con lo Stato ebraico. Una terza fase prevede la creazione di una nuova struttura di governo e di sicurezza per Gaza e la massiccia ricostruzione dell’enclave, che è stata in gran parte distrutta dalle operazioni militari israeliane dall’inizio della guerra.
Il pressing di Biden e Trump per l’intesa a Gaza
L’accordo fa seguito ad un intenso periodo di incontri e appelli negli ultimi giorni, anche da parte del presidente Joe Biden ai leader di Israele e ai partner di mediazione Qatar ed Egitto. Anche Steve Witkoff, inviato speciale del presidente eletto Donald Trump in Medio Oriente, ha svolto un ruolo determinante, incontrando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante il fine settimana per esprimere l’interesse di Trump a raggiungere un accordo prima del suo insediamento il 20 gennaio.
L’ufficio del premier israeliano ha invece rivelato che alcune clausole dell’accordo per il cessate il fuoco non sono ancora state definite e verranno chiuse probabilmente nella tarda serata. Domattina, infatti, si riunirà il gabinetto di sicurezza israeliano per approvare l’accordo. Migliaia di persone si sono radunate per strada a Gaza per celebrare la probabile fine dei bombardamenti dopo 15 mesi.
Tajani rassicura Israele: l’Italia non arresterà Netanyahu
Dall’Italia, intanto, arriva la rassicurazione da parte del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha comunicato a Israele che non ha intenzione di arrestare Netanyahu nel caso decida di venire in Italia. L’Italia, quindi, sceglie di snobbare la Corte penale internazionale e il mandato di arresto nei confronti del premier israeliano: “Mi pare che è tutto molto chiaro, ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate”, risponde Tajani a chi gli chiede conferma di questa notizia.