A Gaza si torna a sperare, Hamas annuncia: “Entro 48 ore risponderemo alla proposta di tregua di Israele”. Ma l’Idf non ferma i raid e colpisce un altro ospedale

Gaza, Hamas annuncia: "Entro 48 ore risponderemo alla proposta di tregua di Israele". Ma l'Idf non ferma i raid e colpisce un altro ospedale

A Gaza si torna a sperare, Hamas annuncia: “Entro 48 ore risponderemo alla proposta di tregua di Israele”. Ma l’Idf non ferma i raid e colpisce un altro ospedale

Sembra avvicinarsi una possibile svolta nel conflitto che da oltre un anno e mezzo devasta la Striscia di Gaza. È infatti attesa da un momento all’altro la risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco, che prevede il rilascio di 10 ostaggi vivi in cambio di 40 giorni di tregua. La proposta è stata avanzata dai funzionari israeliani nell’ambito delle trattative di pace che, da mesi, si tengono tra Doha, in Qatar, e Il Cairo, in Egitto.

A rivelare che la decisione verrà annunciata a breve è un alto funzionario del movimento palestinese, il quale ha dichiarato all’Afp che l’organizzazione fondamentalista risponderà “molto probabilmente” entro 24-48 ore. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, l’indecisione sarebbe dovuta al fatto che, all’interno del gruppo terroristico, c’è chi sostiene l’accordo nella sua forma attuale, e chi invece vorrebbe includere condizioni aggiuntive, come “garanzie future per un cessate il fuoco permanente, il ritiro completo delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, l’inizio di un serio processo di ricostruzione di quanto distrutto dall’occupazione di Israele, e la revoca dell’ingiusto assedio imposto al nostro popolo nella Striscia di Gaza”.

A Gaza non si arresta la pioggia di bombe e gli incidenti

Sebbene sia difficile prevedere quale sarà la decisione finale di Hamas, al cui interno “sono in corso serrati confronti” tra le due distinte ali del movimento, tutto lascia pensare che alla fine l’organizzazione accetterà l’accordo, eventualmente chiedendo piccole modifiche per non far saltare il tavolo delle trattative. A suggerirlo è anche l’intensificarsi delle operazioni militari dell’esercito israeliano (Idf), su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu, che sta allargando il raggio d’azione – senza incontrare particolare resistenza armata – per esercitare “la massima pressione” sul movimento palestinese.

Purtroppo, come accade sin dall’inizio del conflitto, a pagare il prezzo più alto sono i civili palestinesi. Durante i raid condotti dall’Idf nelle ultime ore, è stato colpito l’ingresso nord di un ospedale da campo nella Striscia di Gaza, ferendo diversi medici e infermieri. La struttura, il Kuwaiti Field Hospital, situata nell’area di Mawasi, è nota per ospitare da tempo centinaia di sfollati rifugiati nella tendopoli.

L’attacco ha suscitato l’indignazione del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che si è detto “profondamente allarmato” per l’accaduto, avvenuto peraltro due giorni dopo un altro raid che ha colpito l’ospedale arabo Al-Ahli di Gaza. “In base al diritto internazionale umanitario, i feriti e i malati, il personale medico e le strutture sanitarie, compresi gli ospedali, devono essere rispettati e protetti”, ha affermato il leader delle Nazioni Unite, che si è poi appellato a Netanyahu affinché faccia tutto il possibile per porre fine quanto prima a questa guerra.