Basta ipocrisie e polarizzazioni ideologiche nel dibattito pubblico attorno al rovente ddl Zan. Il Paese necessita di un confronto dialettico, plurale, che stia nel merito della questione e non si incancrenisca attorno a vacue formule utilizzate strumentalmente dalle forze politiche (vedi Lega e Fratelli d’Italia) per generare consenso o – peggio – che pericolosi esercizi retorici siano spacciati per “difesa dei valori cristiani”. Ancora vivono nella memoria collettiva le immagini di Salvini che anziché brandire la Costituzione stringe il Rosario con un’espressione malamente rubata all’iconografia mistica, o i filmati della sua “amica-nemica” Meloni che urla dal palco in uno dei suoi comizi “io sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana” diventato, questo va ammesso, il refrain di un simpatico tormentone. Solo che, anziché stare nelle classifiche musicali il tempo di una stagione, la signora ambirebbe a governarci.
CRISTO SA PORTARE I TACCHI. Se a tutto ciò aggiungiamo l’ingerenza formale da parte dello Stato Vaticano (leggi l’articolo) nel processo di approvazione di una legge in uno Stato laico come accaduto lo scorso 17 giugno con la “nota verbale”, mi viene di amare ancora di più il Cristo in tacchi e gonnella del pride che tanto ha sconvolto le anime pie. A loro, ai “puri”, mi piacerebbe inoltre chiedere cosa pensano del “Piss Christ” di Andres Serrano (nella foto), e immagino non si siano ancora pacificati con la portata semantica di questa straordinaria opera del 1987. Per chi non lo ricordasse, la pluripremiata fotografia immortala un crocefisso in plastica immerso in un bicchiere di vetro contenente l’urina dell’autore.
UNA LEZIONE TRADITA. No, non intendo essere blasfema, voglio solo recuperare la bellissima immagine di un Dio che sta tra gli ultimi, dove si sente il nauseante odore di urina, accanto agli esclusi, in periferia, tra le tante “Maddalena” che non giudica, ma che ama di quell’amore con cui si possono amare solo i propri figli. Quel ragazzo sui tacchi e con una croce che qualcuno vuole derubricare a fenomeno circense qualcun altro elevare ad artista concettuale – e che io credo non sia né l’uno né l’altro – cerca solo di far sentire la propria voce con gli strumenti di cui dispone. Attirando l’attenzione in maniera plateale come farebbe un figlio che vuole essere riconosciuto e amato da un genitore troppo distratto e occupato a dirgli come dovrebbe essere, anziché accettarne l’unicità. Mi sarebbe piaciuto che i tanti farisei indignati dal mondo arcobaleno avessero la capacità di cogliere cristianamente la richiesta d’amore che c’è dietro la rabbia di un mondo – quello omo-transgender – che ancora oggi è oggetto di grandi discriminazioni e che, in fondo, chiede solo di potersi liberamente esprimere lontano dalla violenza.
CIAO “ULTIMI”. Per questo oggi, da donna cattolica e da madre che ha battezzato la propria bambina – oltre ai vari Fedez ed Elodie (preziosi nel dare il loro contributo) – vorrei sentire le parole delle gerarchie ecclesiastiche, troppo concentrate a conservare il potere e sempre più lontane dalla dimensione spirituale, a difesa degli “ultimi” e delle minoranze discriminate. E dai tanti sostenitori del “abbiamo già la legge Mancino” vorrei sapere se parlerebbero ancora così avendo un figlio vessato, bullizzato, discriminato per il proprio orientamento sessuale. Dovrebbero farsi un giro nelle scuole, parlare con i giovani e i loro insegnanti per rendersi conto dell’entità del fenomeno e della sua specificità. E dell’urgenza di un’azione di sensibilizzazione culturale che combatta l’odio e che parta proprio dalle scuole, dai luoghi di formazione per eccellenza. Nessun indottrinamento, la volontà di costruire un tessuto sociale degno di essere qualificata come “civile”. Il ddl Zan è a difesa dei nostri figli, della loro piena e libera autodeterminazione, e di quel prossimo che dovremmo amare come noi stessi.