Il senatore Maurizio Gasparri prima fa lo show in Vigilanza Rai, sul caso Report, e poi se la prende con chi lo critica presentando un esposto per gli insulti sui siti della Tv di Stato. Ma l’ex ministro dimentica quelli che in queste ore stanno piovendo sui suoi social.
Il senatore Gasparri presenta un esposto per gli insulti sui siti della Rai, ma sorvola su quelli che piovono sui suoi social
“Ma la Rai apprezza davvero teleBaiardo, teleDiffamazione, teleFalsoriciclaggio e tutte le altre cose che Report ha fatto e sulle quali sono intervenuto puntualmente in Commissione parlamentare di Vigilanza? Siamo rimasti delusi non tanto da Ranucci, che fa la sua parte con lo stile che gli è proprio e con le caratteristiche di militanza faziosa che da sempre lo caratterizzano” ha dichiarato oggi Gasparri, parlando dell’audizione del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, davanti alla Commissione di Vigilanza Rai, di cui il senatore è membro.
“Ma siamo rimasti delusi – ha aggiunto – dalle mancate risposte del direttore degli approfondimenti, che incalzeremo perché si esprima, insieme agli altri vertici della Rai, su stili giornalistici assolutamente inaccettabili e deformanti della realtà. Siamo ai principi base del servizio pubblico se si ritengono giustificati certi comportamenti vengono meno i principi del contratto di servizio e anche i principi che attengono alla stessa erogazione del canone. Quindi torneremo sull’argomento”.
“Hanno istigato molti a degli insulti pesantissimi nei miei confronti”
“Anche alla luce del flop clamoroso e delle ‘marcette’ su Roma indette dai sostenitori di Ranucci – ha detto ancora Gasparri -, che si sono presentati in una trentina per urlare qualche insulto e dimostrando la loro inconsistenza. Ho anche preparato un esposto che riguarda la stessa Rai oltre che Ranucci, sull’uso di siti di Report e quindi della Rai che, riferendo su quanto è avvenuto, hanno istigato molti a degli insulti pesantissimi nei miei confronti, anche con minacce di stampo terroristico, che ho già consegnato ai carabinieri del Senato per una denuncia che non può riguardare soltanto gli estensori, ma anche chi della Rai, a qualsiasi livello, consente che i siti della Rai siano strumento di linciaggi, che non mi intimoriscono affatto”.
“Andremo quindi avanti nei confronti di Report – ha aggiunto il senatore -, di Ranucci e dei dirigenti che gli consentono un uso criminogeno della televisione e anche dei siti. La Rai non esiste e non viene finanziata con i soldi dei cittadini per far linciare chi chiede il rispetto della verità e dei principi fondamentali di libertà dell’informazione ma anche della politica. Per quanto riguarda poi le lagnanze di Ranucci sulla qualità della carota che gli ho offerto devo dire che è costata poco ma che vale più delle sue affermazioni che sono prive di qualsiasi attendibilità. Lui invece fa pagare alla Rai i siti sui quali attira le minacce ai politici a lui sgraditi. Ma il suo teppismo non ci spaventa”.
Ranucci: “Sono quasi astemio, non bevo cognac e le carote non mi piacciono”
“Gasparri non conosce i miei gusti: io sono quasi astemio, non bevo cognac e le carote non mi piacciono. Mi accusava di mancanza di coraggio? Posso dire che ho tanti difetti ma non quello: vivo sotto scorta, ho 176 querele e anche per condurre Report serve coraggio” ha detto Ranucci a Un Giorno da Pecora, al quale ieri sera, durante l’audizione in Vigilanza Rai, proprio Gasparri ha provocatoriamente offerto del cognac e una carota.
“Vorrei consigliare al senatore Gasparri di cambiare fruttivendolo – ha aggiunto il conduttore di Report -: la carota portata ieri sembrava un po’ asfittica… Mi sono comportato come in tribunale perché ho portato tutti i documenti per attestare il lavoro che facciamo”.