Gas dall’Angola all’Italia: bloccato dal Covid nel suo buen retiro di Città della Pieve, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha anticipato e benedetto con due telefonate – una al presidente dell’Angola e l’altra al presidente del Congo – il tour in Africa, che ha preso il via ieri, dei suoi due ministri Luigi Di Maio (Esteri) e Roberto Cingolani (Transizione ecologica). Che, accompagnati dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, sono volati in missione nel continente africano – prima tappa ieri a Luanda (Angola) e seconda oggi a Brazzaville (Congo) – per stringere accordi grazie ai quali il nostro Paese potrà ridurre la sua dipendenza dagli approvvigionamenti di gas russo. Sebbene quotidiani come il Foglio abbiano presentato i due ministri in missione alla stregua di due scolaretti partiti in gita con precisi ordini impartiti da remoto dal premier dalla città umbra, vale la pena ricordare che da tempo la Farnesina è al lavoro per preparare al meglio questa iniziativa diplomatica dall’importantissimo significato geo-politico.
Gas dall’Angola all’Italia: i precedenti
Il ministro Di Maio, proprio per istruire questi accordi tanto cruciali è già stato in Congo e in Angola poco più di un mese fa, il 12 e 13 marzo, e il 19 in Mozambico. “Vi posso confermare, alla luce dell’incontro di oggi con il presidente della Repubblica congolese Denis Sassou N’Guesso – aveva scritto sui social al termine della sua visita a Brazzaville – che i nostri Paesi rafforzeranno la loro partnership energetica. Dopo Algeria e Qatar – aveva aggiunto Di Maio – questa è un’altra importante notizia. Un altro passo avanti che ci permette di consolidare il piano italiano di sicurezza energetica. Porteremo avanti nuovi progetti per diversificare l’approvvigionamento di energia. Voglio ringraziare Eni e l’ad Claudio Descalzi per l’intenso lavoro. Tutto il governo italiano è impegnato a rendere il nostro Paese sempre più autonomo dal gas russo”. Nel corso della conversazione di Draghi e con il presidente della Repubblica di Angola, Joao Manuel Goncalves Lourenco, e con il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou N’Guesso, è stata confermata la comune volontà di rafforzare il partenariato bilaterale in tutti i settori di reciproco interesse, con particolare riguardo all’ambito energetico. Ma ieri per il gas africano ha trattato Di Maio e ha portato a casa i frutti di un lavoro diplomatico iniziato già da tempo.
I risultati
La dichiarazione d’intenti sottoscritta a Luanda da Di Maio e Cingolani prevede un’intesa per nuove attività nel settore del gas naturale, anche per aumentare l’export verso l’Italia, e per progetti congiunti a favore della de-carbonizzazione e transizione energetica dell’Angola. “Abbiamo raggiunto un altro importante accordo con l’Angola per l’aumento delle forniture di gas. A un mese esatto dalla mia prima visita in Angola si conferma l’impegno dell’Italia a differenziare le fonti di approvvigionamento: un’azione costante a difesa delle famiglie e delle imprese italiane”, ha commentato con una certa soddisfazione il ministro degli Esteri. “Si tratta di un importante accordo che dà impulso alla partnership fra Italia e Angola nei settori delle rinnovabili, dei biocarburanti, del GNL e della formazione in ambito tecnologico ed ambientale”, ha dichiarato Cingolani. “Non solo un passo avanti nella diversificazione delle sorgenti di gas, ma anche un’importante contributo al sostegno della transizione ecologica globale”, ha aggiunto il ministro del Mite.