Garlasco, il Dna di Andrea Sempio riapre il caso: cosa è cambiato davvero rispetto alle precedenti indagini e cosa si può scoprire dal materiale genetico

Il Dna di Andrea Sempio può riaprire il caso del delitto di Garlasco: perché, cosa è cambiato e cosa si può scoprire dall'esame genetico?

Garlasco, il Dna di Andrea Sempio riapre il caso: cosa è cambiato davvero rispetto alle precedenti indagini e cosa si può scoprire dal materiale genetico

Ora al centro dell’attenzione c’è lui: Andrea Sempio. Era amico di Matteo, il fratello minore di Chiara Poggi, all’epoca del cosiddetto delitto di Garlasco. Domattina Andrea si dovrà sottoporre al prelievo per la verifica del Dna, intanto fa sapere tramite il suo avvocato – che lo accompagnerà a effettuare il test – che “sta male”.

Oggi Sempio compie 37 anni: ne aveva 19 quando, nell’agosto del 2007, venne uccisa Chiara Poggi. Ai tempi, in quanto amico del fratello, frequentava l’abitazione della famiglia Poggi. E inoltre sono stati riscontrati contatti telefonici con quella casa prima del delitto. Andrea era già finito nelle indagini sul delitto di Garlasco, ma perché ora è di nuovo indagato e cosa è cambiato sul fronte del Dna che ha portato all’avviso di garanzia?

Dna di Andrea Sempio, cosa è cambiato davvero rispetto alle precedenti indagini

Nove anni dopo l’omicidio, era stata la difesa di Alberto Stasi (condannato in via definitiva per l’omicidio) a chiedere indagini su di lui per la corrispondenza tra Sempio e il profilo del Dna maschile isolato sulle unghie di Chiara. Il materiale genetico, però, all’epoca era considerato inutilizzabile dalla procura. E per questo era stata chiesta e ottenuta l’archiviazione.

Come spiega oggi l’avvocata di Stasi, Giada Bocellari, nel 2014 era stata fatta una consulenza sul materiale biologico sulle unghie della vittima, “ma all’epoca venne detto che era degradato”. Oggi cosa cambia? Che le tracce biologiche sulle unghie sono considerate utilizzabili e, forse, persino compatibili con quelle di Sempio. Una “nuova lettura dei dati”, come spiega Bocellari, che “è stata fatta nel 2025 con nuove tecniche scientifiche”.

Ora bisognerà capire se quel Dna è di Sempio e se è effettivamente riferibile all’aggressore, spiega ancora l’avvocata. Inoltre va verificata anche la compatibilità della grandezza delle impronte repertate sul luogo del delitto con la taglia delle sue scarpe. E poi bisognerà verificare le impronte digitali lasciate in casa.