di Vittorio Pezzuto
Matteo Renzi è un chiacchierone inconcludente oppure un interlocutore affidabile che cerca a suo modo di riformare il Paese? «È un chiacchierone molto abile che ha suscitato tante speranze» ci risponde l’azzurro Giancarlo Galan. «Dubito però che riuscirà a tradurle in pratica fino a quando avrà alle spalle un partito che non si è liberato dei suoi antichi retaggi così come la Cgil e un sistema cooperativo i cui privilegi vanno al più presto smantellati».
A essere smantellata prima sarà l’attuale dirigenza di Forza Italia con la nomina di Giovanni Toti a coordinatore unico del partito. Una decisione mal digerita dalla nomenklatura. State forse dimenticando che a suo tempo anche voi siete stati cooptati da Berlusconi?
«Appunto! La risposta l’ha già data lei. E poi ricordiamoci che abbiamo fortemente voluto uno Statuto che prevede il conferimento dei poteri al presidente del partito. Di cosa ci si meraviglia allora? Comunque la nomenklatura tende per definizione a perpetuarsi in eterno e si spaventa quando arriva qualcuno che le è estraneo. Non mi sembra una novità e non penso che questo riflesso possa bloccare un necessario processo di ricambio della nostra classe dirigente».
Esclude il rischio di una spaccatura?
«Ma quando mai, non scherziamo! Ma si può decidere di mollare tutto magari perché Toti è basso? E poi, dove penserebbero di andarsene?».
È soddisfatto delle nomine dei nuovi coordinatori regionali?
«Mi sembra che Berlusconi abbia assemblato un’ottima squadra, anche se personalmente avrei seguito una logica differente: siccome quando scegli tra 2-3 nomi scontenti sempre qualcuno, anche lì avrei scelto persone con un piccolo curriculum politico ma totalmente nuove. Resto infatti convinto che nel partito ci sia bisogno di investire in forze fresche e più giovani».
Tornando a Toti, il suo nome sembra essere ben accetto ad Angelino Alfano.
«La blocco subito per una doverosa precisazione»
Dica.
«Di quello che può pensare Alfano non me ne frega davvero nulla».
Eppure rischia di trovarselo come alleato alle prossime elezioni.
«E allora? L’alleanza con il Nuovo centrodestra andrà ovviamente stipulata se così ci verrà imposto dalla nuova legge elettorale. Per il momento mi lasci almeno la speranza che non sarà necessario».
A proposito di voto, il Tar del Piemonte ha appena annullato i risultati elettorali delle regionali di quattro anni fa…
«Un fatto sconvolgente. Ma come si fa a decidere una cosa del genere a un anno dalla fine della legislatura? Adesso verranno magari a dirci che sono illegittimi tutti gli atti deliberati in quattro anni dal presidente Cota e dalla sua Giunta? Maddai!».
In queste ultime ore Scelta Civica si sta rendendo conto della sua irrilevanza politica.
«Alla buon’ora! Complimenti, danno prova di una grande lungimiranza… Dopo più di 20 anni di inutili tentativi si accorgono che il centro è solo un grande luogo di dibattito politico, del tutto privo di voti».
Anche Ncd minaccia la crisi di governo. E lo fa su temi come le nozze gay e la legalizzazione della cannabis.
«Minacciano cosa? Ma va là. Sono sedicenti centristi, in realtà estremisti clericali d’altri tempi. Me lo ricordo l’ex radicale Quagliariello che urlava in aula che la povera Eluana Englaro non era morta ma era stata assassinata. Mi ricordo le posizioni di Giovanardi sui gay, quelle di Sacconi folgorato in tarda età dall’immagine della Madonna e infine quelle della Roccella sull’interruzione di gravidanza e sulla fecondazione artificiale… E poi vorrei che in Italia la si smettesse con l’ipocrisia degli avversari del divorzio che alla fine scopri aver tutti divorziato così come di quelli che difendono i valori della famiglia a tal punto da averne formate due o tre…».
Forza Italia è davvero così diversa?
«Mi accontento che sia una forza liberale nella quale su questi temi possano convivere le posizioni più diverse, come in un qualsiasi altro partito occidentale di una democrazia bipolare. Nel grande Old Party trovi sia Arnold Schwarzenegger (che potrebbe governare in Olanda) sia la destra religiosa americana. E nel Labour Party inglese convivono il trotzkista Neil Kinnock e il social liberale Tony Blair. Perché mai non può accadere lo stesso anche in un grande partito come il nostro?».