“Un emendamento dovuto, dopo anni di crac bancari e opacità nella gestione del credito”. Giovanni Currò (M5S) incassa l’Ok in Commissione alla Camera alla norma che prevede la pubblicazione dei nomi dei grandi debitori di Carige.
La Lega si era opposta: ritrovata la quadra o vi siete imposti sul vostro alleato?
“Tutti questi contrasti in seno alla maggioranza, sinceramente, non li ho visti”.
Altri emendamenti, su revolving doors e pantouflage in Banca d’Italia e Isvap, sono stati dichiarati inammissibili. Li ripresenterete in altri provvedimenti?
“Assolutamente. Molti emendamenti dichiarati inammissibili sono nostri cavalli di battaglia storici. Terremo alta l’attenzione sull’inasprimento delle pene per i principali reati bancari, così come per il tetto agli stipendi dei manager di banche partecipate dallo Stato. Anche il divieto delle “porte girevoli” tra vigilati e vigilanti verrà ripresentato alla prima occasione utile”.
Anche l’obbligo di assicurazione da parte delle banche per risarcire i risparmiatori in caso di fallimenti sarà riproposto?
“Senz’altro. Quell’emendamento risponde ad un principio sacrosanto, tanto più in epoca di bail-in. La normativa Ue ci chiederebbe di coinvolgere addirittura i correntisti oltre i 100mila euro, quando necessario, non vedo perché gli amministratori di una banca che è vicina al fallimento possano uscirne senza conseguenze patrimoniali”.
La Commissione europea ha sollevato dubbi sulle norme per risarcire i risparmiatori truffati (sospetti aiuti di Stato).
Le modificherete?
“No. Se la normativa europea diventa una scusa per impedire qualsiasi misura sociale di buon senso non ci stiamo. Definire aiuto di Stato un risarcimento doveroso a risparmiatori raggirati dalle banche è una follia. Quei risparmiatori verranno risarciti come promesso: partiremo da un 30% per gli azionisti e dal 95% per gli obbligazionisti, salvo il diritto di citare in giudizio le banche, Consob e Banca d’Italia per le somme ancora non recuperate”.
Prevede ulteriori modifiche al decreto Carige quando tornerà al Senato?
“Come deputato non posso occuparmi dei lavori del Senato. Se ci sarà qualche ulteriore spazio di intervento sono sicuro che i miei colleghi della commissione Finanze non si faranno pregare”.