La storia recente della Ab19 e della Ab20, ovvero gli impianti della funivia Stresa-Mottarone, è di degrado e incuria. Il Giornale oggi in un articolo a firma di Luca Fazzo dice che negli anni molte interpellanze i consiglieri le hanno indirizzate alla Regione Piemonte. Proprio per segnalare i problemi della struttura.
Il gestore della funivia Stresa-Mottarone era stato cacciato
Il quotidiano racconta di una interpellanza che il 3 aprile 2015 il consigliere regionale del Piemonte Maurizio Marrone ha presentato alla giunta regionale. Per chiedere conto proprio dello stato di manutenzione del collegamento via cavo tra Stresa e le alture.
Nella interpellanza si ricorda che per quasi trent’anni, dalla inaugurazione del 1970 al 1997, le due tratte «vengono gestite dalla società Ferrovie del Mottarone srl», fino a quando «a seguito di grave degrado dell’impianto» vengono tolte alla società e affidate una azienda di servizi incaricata del risanamento. Ma appena quattro anni dopo, nel 2001, la Ferrovie del Mottarone, «la stessa società che aveva portato la funivia a degrado», si aggiudica nuovamente la concessione e poco dopo ottiene anche con i fondi delle Olimpiadi invernali di Torino del 2006 di realizzare un nuovo impianto.
Ma la storia del degrado e dell’abbandono non cessa, al punto che nel 2014 la gara per la concessione della funivia va deserta. Poi a rientrare in scena è ancora la Funivie del Mottarone. Che appalta la manutenzione dell’impianto alla Leitner di Vipiteno, in Alto Adige, un colosso delle funivie che gestisce 132 impianti sparsi per il pianeta.
La fune portante lesionata è la causa dell’incidente?
La Leitner ieri sera ha diramato un comunicato in cui, ricalcando il testo del ministero, ha confermato che l’ultimo controllo risaliva all’autunno scorso. “E che gli esiti
dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità”. Il Giornale spiega che la motivazione dell’incidente potrebbe risiedere proprio nella cabina di comando della funivia Stresa-Mottarone, dove è ancora avvolta la bobina della fune portante:
È lì che forse si cela una parte delle risposte, perché se la fune era lesionata è difficile immaginare che lo fosse in un solo punto: e ancora più difficile è immaginare che le lesioni, una o tante che fossero, siano sfuggite ai controlli «magnetoscopici» dell’autunno scorso.
Ma la Procura vorrà anche capire cosa sottintenda l’espressione che appare nel comunicato ministeriale, dove si parla di «controlli visivi»: e che detta così non appare una analisi affidata a strumenti tecnici, ma soltanto al fallibile occhio umano. Una superficialità che sarebbe tanto più grave davanti alla storia di degrado dell’impianto.