Il sistema frenante di sicurezza della funivia del Mottarone “non ha funzionato”. Questa è la prima causa dell’incidente secondo il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, parlando con i giornalisti in procura. “Il cavo era tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza pacificamente non ha funzionato. Perché la cabina si sarebbe bloccata. Come mai questo si sarebbe verificato è oggetto dell’accertamento che sarà svolto”.
Funiva del Mottarone, la causa dell’incidente: “Il freno non ha funzionato”.
“Serviranno esperti in trasporti a fune, ci sono ingegneri specializzati in questo”, spiega il procuratore. La cabina sarà recuperata per consentire di effettuare ogni accertamento tecnico necessario. “Si tratta di una operazione complicata, per la quale i tecnici dovranno valutare le modalità”. La procura di Verbania, che ha disposto il sequestro dell’impianto, indaga per omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, è arrivato, oggi, a Stresa con il capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile Fabrizio Curcio ed ha partecipato ad un vertice con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso, l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti e alla Protezione Civile Marco Gabusi, il sindaco di Stresa, Marcella Severino, ed il prefetto di Verbania, Angelo Sidoti.
Intanto all’orizzonte del caso c’è un altro mistero. Non è ancora chiaro se la funivia del Mottarone, teatro della tragedia costata la vita a 14 persone, sia di proprietà del Comune di Stresa o della Regione Piemonte. “Lo stiamo appurando in queste ore”, ha spiegato il procuratore. In occasione dell’ultima importante riqualificazione della funivia, la Regione ha stanziato un importante contributo, a fronte del quale era previsto il passaggio di proprietà dell’impianto proprio alla Regione, ma non è ancora chiaro se questa procedura sia stata completata. “Dobbiamo chiarire se l’ente proprietario è la Regione o il Comune di Stresa”.
Cosa sappiamo oggi dell’incidente alla funivia del Mottarone.
Secondo le ricostruzioni di queste ore, la cabina era quasi arrivata alla stazione di monte quando, forse per un cedimento del carrello, il cavo trainante si è spezzato. La cabina è retrocessa per cento metri lungo il cavo portante e ha preso rapidamente velocità. Subito dopo ha urtato con violenza contro l’ultimo pilone dell’impianto. Alcune persone sono state sbalzate fuori nell’impatto. Otto corpi sono stati ritrovati nel bosco. Dopo l’impatto la cabina è stata sbalzata via ed ha rotolato verso valle finendo la sua corsa contro gli alberi.
Ma qual è la causa dell’incidente della funivia di Mottarone-Stresa? Secondo quanto ha detto la sindaca di Stresa Marcella Severino “due escursionisti hanno sentito un grosso fischio. Hanno visto che questa cabina che stava arrivando in vetta si è messa di colpo a retrocedere velocemente. Poi ha preso un pilone ed è sbalzata, ha fatto due balzi sul terreno scosceso e si è fermata contro degli abeti”.
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La funivia di Mottarone, il cavo portante e il cavo traente
Secondo una prima ricostruzione ad avere ceduto è stato il cavo trainante o fune portante. “Gli altri sono intatti, ma è presto per dire quello che è accaduto dal punto di vista tecnico – afferma il tenente colonnello Giorgio Santacroce, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania – Bisognerà capire perché non sono scattati i dispositivi di sicurezza, che dovrebbero tenere la cabina ancorata”.
Gli altri cavi, invece, non risultano danneggiati. “Per motivi sanitari (legati alle misure anti-Covid, ndr) – conclude il colonnello Santacroce – viaggiava un numero inferiore di persone”. Altrimenti il bilancio delle vittime avrebbe potuto essere ancora più grave. La Stampa spiega oggi che la tragedia nasce quindi dalla somma di due malfunzionamenti. Il cavo traente, ovvero quello che trascina a monte la cabina, si è strappato. Il cavo portante invece non ha visto scattare l’impianto di sicurezza. Le ganasce avrebbero dovuto chiudersi subito, bloccando l’impianto. Ma questo non è successo. Secondo gli esperti il cavo traente potrebbe essersi strappato per un deficit di resistenza. Oppure perché l’argano l’ha sottoposto a uno sforzo superiore alle sue capacità.
Intanto un “tavolo tecnico” per confrontarsi e per cercare di capire quanto accaduto ieri sul Mottarone dove la rottura del cavo trainante della funivia sul lago Maggiore ha fatto precipitare una cabinovia provocando la morte di 14 persone. Il sindaco di Stresa Marcella Severino definisce così l’incontro previsto stamattina, alle ore 10, al Palacongressi di Stresa con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
Saranno presenti anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti e alla Protezione Civile Marco Gabusi, oltre al prefetto di Verbania Angelo Sidoti.
La funivia del Mottarone, l’impianto di sicurezza non scattato e la manutenzione.
La ditta Leitner, che ha ricevuto dal comune l’appalto per la manutenzione, la Leitner, ha fatto sapere in una nota che “l’ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020. Gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità”. “La revisione generale, che consiste in una severa revisione dell’intero impianto, dalle cabine ai carrelli, agli argani e alle apparecchiature elettriche, l’abbiamo realizzata nell’agosto del 2016. Da allora, ogni anno a novembre, si sono succeduti con regolarità i controlli alle funi. Sempre con esito positivo. Nell’impianto di Stresa-Mottarone Leitner ha in carico la manutenzione straordinaria e quella ordinaria, mentre i controlli giornalieri e settimanali di esercizio fanno capo alla società di gestione Ferrovie del Mottarone”. La funivia Stresa-Mottarone è nata nel 1970.Nel 2014 era stata oggetto di una revisione che aveva portato alla chiusura dell’impianto per due anni.
Due le tragedie che si sono consumate a Cavalese: il disastro del 1976 quando la fune portante dell’impianto della funivia cedette e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri provocando la morte di 40 persone; e la più recente tragedia del 3 febbraio 1998 quando un aereo dei marines Usa dalla base di Aviano durante un volo tranciò un cavo della funivia, provocando la morte di 20 persone “molte delle quali – ricorda il sindaco – come nel Mottarone furono turisti europei. Fu infatti come adesso una tragedia europea oltre che italiana”.